La donna dovrĂ affrontare un processo e rispondere anche del reato di truffa
PECULATO IN COMUNE A SPRESIANO: DIPENDENTE RINVIATA A GIUDIZIO
Il comune si è costituito parte civile: chiede 30 mila euro di danni
SPRESIANO – (gp) La dipendente dello stato civile del comune di Spresiano, che secondo l'accusa avrebbe sottratto valori bollati dalle pratiche matrimoniali o di residenza, è stata rinviata a giudizio per le ipotesi di reato di peculato e truffa. La donna, difesa dall'avvocato Cristiano Biadene, si è detta fiduciosa di poter chiarire i fatti a processo. Il Comune ha intanto formalizzato la costituzione di parte civile chiedendo un risarcimento danni di 30 mila euro.
Il pm Giovanni Valmassoi, titolare delle indagini, sostiene che la dipendente si sarebbe fatta consegnare contanti dicendo che si sarebbe arrangiata ad apporre la marca da bollo (che a volte non veniva messa o veniva sostituita con quella di atti di anni precedenti) o avrebbe chiesto agli utenti soldi in più rispetto al reale ammontare del valore bollato. In tutto sono 51 le pratiche sotto accusa (circa un migliaio di euro), e sei le persone offese che hanno sostenuto di aver pagato più del dovuto per la marca da bollo necessaria per le pubblicazioni di matrimonio.
Nel corso dell'interrogatorio reso in Procura, la dipendente comunale, oltre ad aver sottolineato di aver sempre agito in assoluta buonafede, aveva dichiarato che sarebbe stata prassi dell'ufficio dello stato civile premunirsi della marche da bollo per poi incassare i soldi degli utenti all'evenienza. Una sorta di servizio offerto ai cittadini che per anni ha funzionato alla perfezione. Dichiarazioni confermate da una sua collega, sentita dal pm nel corso delle indagini.