Valdobbiadene, metà dei mille ettari di prati arati dagli animali selvatici
ALLARME CINGHIALI SUL MONTE CESEN, PASCOLI DEVASTATI
Confagricoltura: "Alpeggio e turismo a rischio, danni ingentissimi"
"I cinghiali non sono l'unico problema, vi sono caprioli che nei vigneti si nutrono dei germogli - conferma il presidente provinciale di Confagricoltura, Lodovico Giustiniani -. Vi sono anche lepri e nutrie che creano gravi danni agli argini dei fiumi Le soluzioni per contenere la crescita a dismisura della fauna selvatica ci sono, bisogna applicarle".
Il cinghiale non è autoctono del Veneto, anche se quest’animale ha trovato nelle colline e montagne venete un habitat ideale: non avendo predatori naturali, sta proliferando in tutte le Preali, dove trova vaste aree ricche di cibo e adatte alla rapida riproduzione. "Le soluzioni per limitare la presenza del cinghiale esistono, ad esempio in altre zone, come il Cansiglio, vengono usate luci e rumori per allontanare e spostare i cervi - sottolinea Stefano Ticini, comandante della stazione del Corpo Forestale dello Stato di Valdobbiadene -. Bisogna portar via il cinghiale da un territorio dove non deve stare. Sono anni che l'ex Istituto Fauna Selvatica ha dato disposizioni per allontanare i cinghiali. Se non si vuole eradicarlo, bisogna spostarlo definitivamente"."Va subito individuata una strategia di contenimento, se non di eradicazione, del cinghiale", ribadisce il presidente di Confagricoltura Veneto, Lorenzo Nicoli.