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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

Le Interviste di Radio Veneto Uno


Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

Si sono giocati Wgc e PortoRico Open e Gainbridge Lpga


STATI UNITI - Questa settimana il PGA si sdoppia, mette in campo il World Golf Championships a Bradenton in Florida, e il Puerto Rico Open a Rio Grande in Porto Rico. Oltre a questi due, ad attrarre l’attenzione c’è il secondo evento stagionale del massimo circuito americano...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

Il beniamino di casa supera all''ultimo giro Burns, sempre in testa


LOS ANGELES (USA) - Era alla 95esima edizione questo torneo del PGA Tour, a cui hanno partecipato ben otto tra i migliori dieci giocatori al mondo. Si è disputato al Riviera Country Club, nel Temescal Gateway Park, situato entro i confini della città di Los Angeles; un territorio...continua

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Valdobbiadene, metà dei mille ettari di prati arati dagli animali selvatici

ALLARME CINGHIALI SUL MONTE CESEN, PASCOLI DEVASTATI

Confagricoltura: "Alpeggio e turismo a rischio, danni ingentissimi"


VALDOBBIADENE - E' allarme cinghiali sul massiccio del Monte Cesen e nell'intera Pedemontana trevigiana. La popolazione di questi mammiferi è proliferata in modo esponenziale negli ultimi anni e sta creando danni notevoli all'ambiente e alle attività agricole dell'area. A  denunciare il fenomeno è Confagricoltura Treviso: "Siamo ormai ad un punto di non ritorno  - conferma il vicepresidente Fabio Curto, imprenditore che da alcuni anni con la famiglia ha acquisito e rilanciato Malga Mariech, sulle pendici del massiccio -. La stagione dell'alpeggio è a rischio. Almeno metà dei circa mille ettari di pascoli sul Cesen sono stati devastati: l'effetto del passaggio dei cinghiali è simile, per intendersi, a quello dell'aratura. Il cotico erboso viene completamente rimosso e, specialmente in montagna, perchè ricresca occorre molto tempo, anche 5 o 6 anni". Gli animali infatti scavano con il grugno fino a diversi centimetri di profondità alla ricerca di bulbi, radici e tuberi e, così facendo, sollevano e ribaltano intere zolle di terreno. Il rischio è che le mucche, quando la prossima estate saliranno in quota, non trovino erba a sufficienza. I danni stimati, ancora da quantificare con precisione, si aggirano nell'ordine di centinaia di migliaia di euro. Ma oltre ai problemi prettamente legati all'allevamento, viene sconvolto anche il paesaggio bucolico che, ogni weekend estivo attira in media, nell'area del massiccio 2.500 appassionati della natura e della montagna: facilmente immaginabili le conseguenze sull'indotto di agriturismi, bar ed attività ricettive.
"I cinghiali non sono l'unico problema, vi sono caprioli che nei vigneti si nutrono dei germogli - conferma il presidente provinciale di Confagricoltura, Lodovico Giustiniani -. Vi sono anche lepri e nutrie che creano gravi danni agli argini dei fiumi Le soluzioni per contenere la crescita a dismisura della fauna selvatica ci sono, bisogna applicarle".
Il cinghiale non è autoctono del Veneto, anche se quest’animale ha trovato nelle colline e montagne venete un habitat ideale: non avendo predatori naturali, sta proliferando in tutte le Preali, dove trova vaste aree ricche di cibo e adatte alla rapida riproduzione. "Le soluzioni per limitare la presenza del cinghiale esistono, ad esempio in altre zone, come il Cansiglio, vengono usate luci e rumori per allontanare e spostare i cervi - sottolinea Stefano Ticini, comandante della stazione del Corpo Forestale dello Stato di Valdobbiadene -. Bisogna portar via il cinghiale da un territorio dove non deve stare. Sono anni che l'ex Istituto Fauna Selvatica ha dato disposizioni per allontanare i cinghiali. Se non si vuole eradicarlo, bisogna spostarlo definitivamente"."Va subito individuata una strategia di contenimento, se non di eradicazione, del cinghiale", ribadisce il presidente di Confagricoltura Veneto, Lorenzo Nicoli.