CASTELFRANCO VENETO - Per la società di calcio faceva un po' di tutto, come spesso avviene nei piccoli club: accompagnava le squadre giovanili, alle volte andando a prendere e riportando i ragazzi a casa, sedeva in panchina come dirigente, sorvegliava gli spogliatoi. Con questo ruolo, non gli era difficile entrare in confidenza con i giovani calciatori, con qualcuno in vera intimità. In modo eccessivo e morboso, secondo quanto appurato dai Carabinieri: un operaio 40enne, residente nell'Alta Padovana, infatti, è accusato di abusi sessuali su almeno una decina di atleti affidati alle sue cure. Operava in una società sportiva della Castellana, del tutto estranea ai fatti. Appena emersa la vicenda, anzi, i vertici del club hanno allontanato il soggetto e dato piena collaborazione agli inquirenti. Si tratta, tuttavia, dello stesso sodalizio per il quale lavorava il massaggiatore accusato e poi condannato, di aver abusato, cinque anni fa, di altri baby calciatori, durante i ritiri nel Feltrino.
L'età delle vittime va dai 14 ai 18 anni, coinvolgendo anche alcuni maggiorenni. Uno dei giovanissimi, 16enne, studente in una scuola padovana, si è confidato con un suo professore e il docente si è poi rivolto ai Carabinieri, dando il via all'indagine. Il ragazzo avrebbe raccontato ai aver subito le attenzioni smodate dell'accompagnatore anche nella propria camera, mentre i genitori ignari si trovavano in una stanza vicina.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Castelfranco, coordinati dal pm della Procura di Padova, Roberto Piccione, gli abusi andavano avanti almeno da tre anni, comprendendo, in alcuni casi, anche veri e propri rapporti sessuali. Come hanno spiegato il comandate provinciale di Treviso, Ruggiero Capodivento e il comandante della compagnia castellana Salvatore Gibilisco, tuttavia, l'uomo, incensurato, non avrebbe utilizzato minacce, né compensi per indurre le proprie vittime ad acconsentire e poi a mantenere il silenzio, approfittando solo del forte influsso psicologico esercitato su di essi. Con i ragazzi si scambiava messaggi, foto e video erotici che ritraevano loro stessi oppure tratti da film a luci rosse. In una perquisizione nell'abitazione che condivide con la madre – non è sposato -, i Carabinieri hanno infatti trovato un centinaio di dvd e videoccassette hard. E posto di fronte all'evidenza dei messaggi, il dirigente ha ammesso le proprie responsabilità: ora è stato denunciato a piede libero per abusi sessuali reiterati e diffusione di materiale pedopornografico.