L'aggiunto Carlo Nordio e il procuratore Dalla Costa hanno fatto il punto sull'inchiesta
CA' DELLA ROBINIA: VERTICE TRA PROCURE A VENEZIA
Due fascicoli separati ma "collegati": indaga anche il pm Ancilotto
TREVISO – (gp) Vertice a Venezia tra il Procuratore Aggiunto Carlo Nordio e il Procuratore di Treviso Michele Dalla Costa sul caso “Ca' della Robinia” e il denaro destinato dal fondo di rotazione della Regione Veneto per la sua riconversione. I magistrati si sono confrontati su quanto denunciato dalla stessa regione decidendo che le inchieste proseguiranno separate ma coordinate.
“Le indagini sono parallele – ha dichiarato il procuratore aggiunto Carlo Nordio – Più precisamente collegate secondo il codice di procedura penale. Allo stato attuale non ci sono né indagati né ipotesi di reato”. Le carte in mano ai magistrati sono in pratica le stesse e l'inchiesta su i finanziamenti regionali concessi alla coop è ancora in fare preliminare, come ha sottolineato Michele Dalla Costa.
“Ci sono ancora molte situazioni da chiarire – sostiene il procuratore di Treviso – su cui continueranno a procedere le due procure. Se nel corso degli accertamenti dovessero emergere ipotesi di reato le indagini verranno assegnate a una sola procura, quella in cui si ipotizzerà siano stati commesse quelle più gravi”.
Nel frattempo il fascicolo veneziano è stato coassegnato al pm Stefano Ancilotto, che fa parte del pool che si occpua dei reati contro la pubblica amministrazione. Suoi, ad esempio, i casi che hanno riguardato Baita e la Mantovani, lo scandalo Mose e il presunto finanziamento illecito dell'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni.
Ora andrà a spulciare anche le modalità con cui la cooperativa sociale Ca' della Robinia ha ottenuto finanziamenti per 3,1 milioni di euro (gli ultimi 300mila euro sono stati bloccati) dall'assessorato alle Politiche sociali, allora guidata dall'assessore Remo Sernagiotto, oggi europarlamentare. Le risorse dovevano servire a trasformare il sito del Disco Palace, una delle prime discoteche della Marca, in un centro per persone con disabilità o svantaggiate. Di queste strutture, però, non c'è traccia mentre di recente è stata inaugurata una birreria di una nota catena. I titolari del locale si sono dichiarati del tutto all'oscuro di tali finalità e hanno ribadito di aver stipulato un regolare contratto d'affitto per lo stabile con la cooperativa gestita da Bruna Milanese.