MONTEBELLUNA - Veneto Banca in questi giorni ha inviato ai soci una comunicazione in cui chiede di confermare la volontà di vendere le proprie azioni. Come spiegato nel testo stesso della missiva, si tratta di un atto conseguente al ribasso del valore del titolo, approvato nell'ultima assemblea. Qualche socio, tuttavia, potrebbe aver letto l'iniziativa come un via libera alla vendita. L'Associazione azionisti di Veneto Banca, presieduta da Giovanni Schiavon, però, avverte di non cadere in false aspettative: "La circolare è rivolta a quegli azionisti che avevano chiesto di liquidare il loro pacchetto azionario quando il titolo era ancora valutato 39,50 euro, cioè prima dell’ultima assemblea e che, per i noti motivi, non hanno potuto ottenere l’accoglimento della loro richiesta - sottolineano i vertici dell'associazione -. Poichè ora il valore del titolo è sceso a 30,50 euro e la banca sta pensando di attivare un sistema con cui avviare la fase della “liquidazione”, essa intende capire, attraverso il questionario, se gli azionisti che avevano fatto domanda di vendita (ma al prezzo di 39,50 euro, cioè prima del 18 aprile, siano ancora interessati a cedere il pacchetto azionario".
Una risposta affermativa, peraltro, non significa liquidare definitivamente le proprie quote: "La conferma della volontà di vendere serve solo per non perdere la priorità (acquisita in virtù della prima domanda, rimasta inevasa), ma non vincola l’azionista; nel senso che egli, qualora dovesse cambiare idea prima della vendita stessa (che – si ripete –ancora non si sa come avverrà), non ne resterebbe vincolato e potrebbe pur sempre rinunciarvi".