Accusato di esercizio abusivo della professione un 51enne di Prata di Pordenone
LAUREATO IN LEGGE MA SENZA ABILITAZIONE: AVVOCATO IN AULA
Vittima una coppia opitergina che aveva avuto guai con Equitalia
ODERZO – (gp) Una coppia opitergina, nel lontano 2009, aveva avuto qualche grana con Equitalia. Una serie di cartelle esattoriali che potevano mettere in ginocchio l'azienda di famiglia. Proprio per affrontare quella situazione spinosa dal punto di vista legale, la coppia si sarebbe affidata a un avvocato che però, pur essendo laureato in legge, non avrebbe avuto l'abilitazione professionale per poterli assistere. In sintesi è l'accusa mossa dalla Procura di Treviso contro un 51enne residente a Prata di Pordenone.
Accuse che il diretto interessato, assistito dall'avvocato Guido Galletti, respinge con forza, tanto da presentare opposizione a un decreto penale di condanna da 22.500 euro comminati dal pm Gabriella Cama in sostituzione di 3 mesi di reclusione per esercizio abusivo della professione.
Si formalmente iniziato il processo a carico dell'uomo di fronte al giudice Francesco Sartorio il quale ha ammesso la costituzione di parte civile della presunta parte offesa, che avanzerà una richiesta di risarcimento danni non ancora quantificata. I primi testimoni citati dal pubblico ministero sono stati proprio marito e moglie, coloro che hanno sporto denuncia contro il professionista. Sotto giuramento, hanno ricostruito la vicenda confermando sostanzialmente quando avevano già raccontato ai carabinieri.
Entrambi, vista la situazione in cui si erano ritrovati, hanno affermato che si erano fidati di lui, considerandolo una persona competente e preparata. “Ci aveva promesso aiuto e consulenza anche se poi non abbiamo visto nessun frutto concreto – ha affermano il marito - Alla fine pretendeva il pagamento di una parcella da diecimila euro che noi, dopo aver trattato, siamo riusciti a far scendere a seimila, firmando una carta che prevedeva il versamento di 250 euro al mese”. Pagamenti che sarebbero stati fatti solo per un paio di mesi. Poi sarebbero arrivate le minacce: “Se non avessimo pagato – ha dichiarato l'uomo - ci ha detto che aveva le conoscenze per far licenziare nostro figlio”.