La Procura Generale e quella di Treviso impugnano la sentenza di assoluzione
OPERA PJ: PER GLI INQUIRENTI ELDA MASI VA CONDANNATA
La direttrice della struttura era stata accusata di maltrattamenti
TREVISO – (gp) La Procura Generale di Venezia ha impugnato la sentenza di assoluzione pronunciata dal tribunale di Treviso nei confronti di Elda Masi, la direttrice dell'Opera Pj che era finita sotto processo per l'accusa di maltrattamenti per dei presunti abusi nei confronti degli ospiti della struttura di via Zermanese.
Anche la Procura di Treviso, che al termine del procedimento penale aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusione, depositerà nei prossimi giorni ricorso in appello contro la sentenza. Alla base dell'impugnazione ci sarebbero le diverse valutazioni del giudice in merito all'attendibilità di alcuni testimoni: secondo la Procura Generale infatti le dichiarazioni di questi testi, dichiarate inattendibili, sarebbero per gli inquirenti pienamente credibili.
Testimonianze che avvaloravano le versioni date dalle presunte parti offese che sarebbero state vittima di maltrattamenti e che dunque, se considerate, porterebbero alla condanna di Elda Masi. Se da un lato la Procura Generale di Venezia e quella di Treviso chiedono che la sentenza venga ribaltata in appello, la difesa è certa che nessun bambino sia mai stato picchiato all'interno della struttura. A confermarlo non solo la sentenza di primo grado ma anche le diverse persone chiamate a testimoniare che hanno riferito che il lavoro dell'Opera Pj è sempre stato esemplare.
“L'assoluzione piena denota, al di fuori di ogni ragionevole dubbio, la completa estraneità della Masi dall'aver messo in atto le condotte ipotizzate nel capo d'imputazione – aveva affermato l'avvocato Fabio Pavone, difensore assieme all'avvocato Manuela Turcato di Elda Masi - E' stato un processo lungo, difficile e sofferto. Io e l'avvocato Turcato siamo sempre stati convinti dell'innocenza della nostra assistita, e averlo potuto dimostrare in aula ha ridato dignità a una persona che ha speso la propria vita per occuparsi con dedizione e sensibilità al recupero di minori in difficoltà. Ci auguriamo che ora la signora Masi – conclude - possa tornare a occuparsi dei minori avendo dimostrato che i metodi educativi da lei applicati non erano improntati ai maltrattamenti ma finalizzati al recupero e al reinserimento dei minori nelle loro famiglie e nella società”.