Formalizzata l'ipotesi di reato, ancora a carico di ignoti, dal pm Stefano Ancilotto
CA' DELLA ROBINIA: A VENEZIA SI INDAGA PER ABUSO D'UFFICIO
Guardia di Finanza in Regione per acquisire documenti dagli uffici
NERVESA DELLA BATTAGLIA – Indagati ancora non ce ne sono, ma l'inchiesta sul caso Ca' della Robinia, riguardante un finanziamento regionale di 3,5 milioni di euro per l'acquisto e la trasformazione dell'ex Disco Palace in una struttura che avrebbe dovuto dar lavoro a un gruppo di disabili, ora ha un'ipotesi di reato. La Procura di Venezia, che sta indagando assieme a quella di Treviso, ha infatti formalizzato l'accusa di abuso d'ufficio.
Il fascicolo è in mano al procuratore aggiunto Carlo Nordio e al pm Stefano Ancilotto, che fa parte del pool che si occupa dei reati contro la Pubblica Amministrazione. Suoi, ad esempio, i casi che hanno riguardato Baita e la Mantovani, lo scandalo Mose e il presunto finanziamento illecito dell'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni.
La Procura veneziana vuole accertare i meccanismi del finanziamento da parte dell'assessorato di Remo Sernagiotto alla coop di Bruna Milanese, su cui indaga la Procura di Treviso che potrebbe accusarla di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche o di malversazione, ma al momento il fascicolo rimane senza ipotesi di reato.
Di certo c'è che il pm Ancilotto ha mandato nei giorni scorsi i finanzieri del nucleo di polizia tributaria negli uffici della Regione per acquisire documentazione cartacea e dai computer degli uffici, dopo aver acquisito anche il verbale d'interrogatorio di Bruna Milanese.