Imputato un 20enne sudamericano: due anni e nove mesi all'amico
DROGATA E STUPRATA: SEI ANNI E MEZZO ALL'EX MOROSO
Vittima una ragazza di 16 anni: ottiene 45 mila euro di danni
VALDOBBIADENE – (gp) Oltre nove anni di carcere. E' questa l'entità della pena inflitta dal tribunale di Treviso al termine del processo a carico di due 20enni di Valdobbiadene di origini sudamericane imputati a vario titolo di violenza sessuale aggravata dall'uso di stupefacenti ai danni di una 16enne, che si era costituita parte civile con l'avvocato Alberto Mascotto chiedendo 100 mila euro di risarcimento danni.
I giudici hanno inflitto sei anni e sei mesi all'ex fidanzato della vittima per violenza sessuale aggravata e due anni e nove mesi all'amico dell'imputato, accusato di tentata violenza sessuale di gruppo. Secondo il pm le prove contro i due ragazzi erano solide, tanto da chiedere alla corte una condanna a sette anni e sei mesi per il primo e a tre anni per il secondo.
Le difese invece, rappresentate dagli avvocati Simone Marian, Cristiano Biadene, Francesca De Stefani e Alessandro Dal Bello, avevano puntato a minare la credibilità della giovane: di fronte al gip sarebbe infatti caduta più volte in contraddizione. Per questo i legali avevano chiesto che venisse sottoposta a una perizia psicologica per decretarne l'attendibilità, richiesta che venne rigettata dal gup. In più aveva accusato l'ex fidanzato di aver abusato anche di una sua amica: quel processo è finito con un'assoluzione piena.
Per l'accusa la vittima, il 9 giugno 2012, sarebbe andata a casa di quello che era stato il suo ex fidanzato (per lui sono stati chiesti sette anni e sei mesi di carcere). I due avrebbero fumato uno spinello e lei, frastornata, avrebbe ceduto alle richieste del giovane. La 16enne avrebbe tentato di ribellarsi ma sarebbe stata bloccata, afferrata per i polsi, spogliata e violentata.
A rapporto già consumato in camera si sarebbe presentato il migliore amico del 20enne, per cui è stata chiesta una condanna a tre anni, tentando di fare sesso a tre. La ragazzina sarebbe riuscita a fuggire in bagno. Una volta a casa ha raccontato tutto ai genitori che l'hanno portata dai carabinieri per la denuncia. I test clinici, eseguiti all'ospedale di Montebelluna, confermarono che la giovane aveva avuto un rapporto sessuale, non riscontrando però segni evidenti di violenza.