Secondo rinvio a giudizio per una dipendente comunale di Spresiano
NEONATI NON REGISTRATI: TERZA ACCUSA PER LA FUNZIONARIA
Oltre a truffa e peculato, ora anche il falso in atto pubblico
SPRESIANO – (gp) Secondo rinvio a giudizio per la dipendente dello stato civile del comune di Spresiano. Dopo essere finita a processo per le accuse di peculato e truffa ed essere stata raggiunta da un provvedimento di sospensione dal lavoro, ora dovrà affrontare un secondo procedimento penale nato dalla denuncia del dirigente dell'area amministrativa del municipio per falso in atto pubblico.
La 50enne, difesa dall'avvocato Cristiano Biadene, era finita nel mirino del Comune di Spresiano dopo un controllo riguardante il registro degli atti di nascita del 2014 che risulterebbe “immacolato”, anche se i nuovi nati a Spresiano dall'inizio dell'anno sono stati una cinquantina. Stando alle accuse l'impiegata avrebbe fatto semplicemente firmare gli atti di nascita ai neogenitori senza poi compilarli.
L'allora sindaco Riccardo Missiato aveva confermato l'esistenza della denuncia, sottolineando però che i bambini erano stati tutti registrati all'anagrafe del comune ma non erano riportati i nominativi sui registri vidimati dalla prefettura. Ma il Comune, con il proseguo delle indagini ed effettuati i dovuti controlli, ha deciso di costituirsi parte civile a processo chiedendo un risarcimento di 30 mila euro e almeno 10 mila di provvisionale in caso di condanna.
Stessa richiesta formulata per l'altro procedimento penale. Dal canto suo la dipendente comunale ha sempre respinto le accuse sostenendo, in questo secondo caso, che si sarebbe trattato soltanto di un arretrato di lavoro che non ha comportato nessun danno ai cittadini di Spresiano, così com'è stato sottolineato dallo stesso primo cittadino quando si venne a sapere della denuncia.