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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

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Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

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STATI UNITI - Questa settimana il PGA si sdoppia, mette in campo il World Golf Championships a Bradenton in Florida, e il Puerto Rico Open a Rio Grande in Porto Rico. Oltre a questi due, ad attrarre l’attenzione c’è il secondo evento stagionale del massimo circuito americano...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

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Cinque prostitute confermano le accuse in un incidente probatorio

"RACKET DELLE LUCCIOLE": LE VITTIME SENTITE DAL GIUDICE

Sette le persone accusate di sfruttamento della prostituzione


TREVISO - Per l'accusa controllavano e sfruttavano almeno una quindicina di lucciole che vendevano il proprio corpo lungo la Pontebbana e il Terraglio e ognuna di loro avrebbe pagato all'organizzazione italo-albanese una sorta di "affitto" della postazione da 250 euro alla settimana per ottenere protezione. Cinque di loro (altre quattro verranno sentite il 14 ottobre) per oltre cinque ore hanno risposto alle domande del pm Gabriella Cama e delle difese degli indagati nel corso di un incidente probatorio di fronte al gip Silvio Maras.

Le prostitute hanno in sostanza confermato le accuse a carico della presunta banda, ma sono anche cadute in contraddizione su alcune circostanze fatte emergere dalle difese (rappresentate dagli avvocati Fabio Crea, Andrea Zambon e Guido Galletti).

L'indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Treviso, era terminata con un blitz effettuato a giugno nel quale era stato perquisito anche l'hotel "Al Sole" di Preganziol: alcune stanze, hanno raccontato le prostitute, sarebbero state utilizzate dalla banda per garantire ai clienti incontri appartati e più comodi.

Con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, erano state spiccate sette ordinanze di custodia cautelare tra carcere e arresti domiciliari. Al vertice della banda ci sarebbe Edmon Gjini, albanese di 38 anni: già arrestato su ordine di custodia cautelare del tribunale di Venezia il 31 gennaio 2013 e poi espulso con l'obbligo di non fare ritorno in Italia per dieci anni, avrebbe in realtà continuato a effettuare viaggi d'affari e attualmente si troverebbe all'estero, essendo di fatto latitante.

Indagati anche il fratello Eduard, 24 anni, il cugino 27enne Petrit, fermato in un campo nomadi di Istrana mentre un altro cugino, Gjovalin, 23 anni, è già in carcere in Germania. I tre avrebbero avuto il compito di garantire la protezione alle lucciole in caso di intromissioni di altre prostitute negli spazi gestiti dalla banda.

A riscuotere il denaro sarebbero stati una ragazza romena di 22 anni, Dragan Simona Mirabela, e due italiani, Riccardo Ruggitello, 21 anni e Daniele Mastrella, 44 anni. Le indagini erano iniziate quando un'ex fidanzata del presunto boss si era rivolta alla polizia per denunciare i metodi della banda: proprio Edmond, dopo averla lasciata, l'avrebbe minacciata perchè non riferisse alle forze dell'ordine dei suoi traffici. La donna oltre a denunciare tutto sarebbe poi riuscita a convincere alcune lucciole a parlare.