Giudicato innocente Paolo Trentin, accusato di omicidio colposo
OPERAIO MORTO A SEI ANNI DALL'INFORTUNIO: COLLEGA ASSOLTO
I proprietari della cava e il datore di lavoro avevano patteggiato
Accogliendo la tesi difensiva dell'avvocato Stefano Pietrobon, il giudice Michele Vitale ha assolto per non aver commesso il fatto Paolo Trentin, un operaio che stava lavorando assieme alla vittima al momento dell'incidente. I titolari della cava, Lionello e Danilo Boccato, e il datore di lavoro della vittima, Flavio Vedovato, nel marzo dello scorso anno avevano chiuso i conti con la giustizia patteggiando rispettivamente un anno, sei mesi e venti giorni, un anno, cinque mesi e dieci giorni e un anno e sei mesi. Per tutti l'accusa era relativa a delle violazioni in materia di antinfortunistica sui luoghi di lavoro.
Era il 10 giugno 2006 quando il giovane, mentre stava eseguendo lavori di manutenzione in un impianto della ditta di trasporto ghiaia, rimase schiacciato dal peso di un cassone in metallo che stava alzando con alcuni colleghi. A manovrare il macchinario era Paolo Trentin. Ebbe inizio quel giorno il calvario di Alessio Guerra: rimasto tetraplegico, il giovane venne prima ricoverato a Treviso, poi a Vicenza e successivamente a Udine, fino al ritorno a casa dove la famiglia lo ha sempre accudito amorevolmente.
Guerra aveva trascorso gli ultimi tre mesi di vita in rianimazione a San Donà per un'infiammazione alle vie respiratorie. Sembrava essersi ripreso, ma poi subentrò improvviso il peggioramento del quadro clinico che gli fu fatale. Inizialmente sul registro degli indagati finì iscritto anche il medico di base di Guerra in quanto, secondo gli inquirenti, avrebbe sottovalutato una broncopolmonite del suo paziente che ne causò poi la morte. Il tribunale di Venezia, a conclusione delle indagini, aveva in seguito disposto l'archiviazione della sua posizione.