Alla sbarra 37 nigeriani accusati di associazione a delinquere
TRUFFA ALLE ASSICURAZIONI: PRESCRITTO UN TERZO DEI FATTI
Per la Procura il giro d'affari avrebbe toccato i 20 milioni di euro
TREVISO - Dopo quasi tre anni di indagini e altrettanti per ricostruire i fatti e arrivare a spedire i presunti responsabili di fronte ai giudici del tribunale di Treviso per una maxi truffa alle assicurazioni da oltre 20 milioni di euro, già un terzo delle accuse a carico di 37 persone, tutte di origini nigeriane chiamate a rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode e alla truffa ai danni delle assicurazioni, sono prescritte. L'indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Treviso, aveva portato all'arresto di 24 persone (tra custodie cautelari in carcere e arresti domiciliari) e alla denuncia a piede libero di 480 complici che facevano le “comparse” negli incidenti stradali e poi chiedevano soldi per presunti danni fisici subiti. Circa 500 i sinistri inscenati dalla banda, un centinaio quelli avvenuti fuori provincia per cui procederanno le Procure competenti. Di questi, almeno 150 (quelli relativi agli anni 2006 e 2007) non sono più perseguibili. Ed è probabile che a questi se ne aggiungano altri. L'organizzazione, per l'accusa, aveva base a Treviso ma col tempo ha portato la propria attività delittuosa in tutto il Veneto, sforando i confini regionali per arrivare in Emilia Romagna e nelle Marche. Cifre stratosferiche quelle scoperte dagli inquirenti: 13 milioni 500 mila spillati alle assicurazioni, altri 6 milioni e 700 mila di consulenze e rivalse Inail, e 600 mila per la sanità (ambulanze, visite mediche e radiografie). Il sistema era semplice: i nigeriani, assieme ai complici che viaggiavano nelle stesse auto, provocavano incidenti ad arte, ad esempio facendosi tamponare. Poi, definite le pratiche per le assicurazioni, arrivavano le richieste di indennizzo da parte dei passeggeri, tutti finiti al pronto soccorso con colpi di frusta, stiramenti, mal di testa e contusioni varie.