Schiavon: "Resistere alla spa rischia di arrecare ancor più danni"
VENETO BANCA: 6,8 MLN DI AZIONI RICOMPRATE DAL 2014
L'associazione Azionisti fornisce i numeri sulle uscite
I dati sono stati elaborati dal'Associazione Azionisti Veneto Banca: quasi quattrocento persone hanno affollato ieri sera l'asemblea dell'organizzazione.
"Quanti sono stati liquidati per tempo?", si è domandato il presidente Giovanni Schiavon chiedendosi perchè la banca abbia commesso una discriminazione, ricomprando i titoli di alcuni, mentre le richieste di altri attendono da mesi.
"Poco più di sei mesi fa un'azione valeva 30,5 euro, ora 7,30, una perdita del 76% - ha ribadito l'ex magistrato -. Nel frattempo non è capitato nessun fatto che giustifichi un simile crollo. Dunque o erano sbagliati i calcoli allora o lo sono adesso. Neanche la peggiore bancarotta è connotata da questi numeri, peggio del Mose".
Schiavon ha chiamato in causa anche Bankitalia, i cui controlli non hanno evidenziato il deterioramento della situazione di cui ora pagano le conseguenze i piccoli azionisti. "Dovrebbero dimettersi, non possono continuare a dettare i compiti per casa", ha sottolineato l'ex presidente del Tribunale di Treviso, raccogliendo molti applausi. Ma sotto accusa è finita anche la politica, dimostratasi assente.
Ora per molti soci si pone il dilemma se votare a favore o contro alla trasformazione in spa del gruppo bancario montebellunese, alla prossima assemblea del 19 dicembre. I vertici dell'associazione hanno analizzato argomenti a sostegno del no e sì: dal sopruso a danno dei piccoli soci alla convinzione che la “frittata è fatta” e difficilmente “politica e Bce torneranno indietro”. Dall'azione di responsabilità più facile con il commissariamento, alla difficoltà di ottenere un ristoro “adeguato al danno subito”. Dalla rassegnazione alla considerazione che “un valore, pur ridotto, è meglio che niente”. Pur lasciando piena autonomia ai propri iscritti, la conclusione tratta da Schiavon è che non vi siano ormai alternative a proseguire nel piano avviato dai nuovi amministratori dell'istituto.
“A questo punto, votare in assemblea contro la proposta di trasformazione per il solo fatto di aver impugnato al Tar la legge – ha rimarcato Schiavon -, significa forse arrecare ancora più danno ai piccoli azionisti”. L'unica speranza, insomma, rimane quella “che davvero la banca torni ad essere redditizia”.
Qualunque sia l'esito, l'Associazione Azionisti, comunque, proseguirà la sua battaglia anche al di là dell'assemblea della prossima settimana: “Non possiamo consentire che a dettare le regole siano solo le logiche del profitto del sistema bancario – chiosa Schiavon -. Non basta che la banca torni alla redditività. Occorre che anche il far banca rientri in un binario di eticità e di reale servizio ai cittadini, come anche prevede il dettato costituzionale”.
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