In aula la testimonianza di una mamma di un'ospite
VIOLENZE AL PETTIROSSO: "MIA FIGLIA HA ANCORA GLI INCUBI"
I titolari della casa famiglia sono accusati di maltrattamenti
CASTELFRANCO VENETO - La testimonianza chiave, sempre se verrà giudicata attendibile, sarà quella di una delle presunte vittime delle violenze costate il processo a Roberto Campagnolo e Daniela Bavaresco, che da oltre dieci anni gestiscono la casa famiglia Pettirosso di Castelfranco Veneto, finiti alla sbarra con l’accusa di maltrattamenti a minori. La giovane, la cui madre è stata sentita in aula, a dover confermare e nel caso raccontare nel dettaglio quanto cosa avrebbe subito all'interno della casa famiglia. La madre della ragazzina, rispondendo alle domande di accusa e difesa, ha sostenuto che la figlia, ancora oggi, continua ad avere degli incubi e avrebbe iniziato a perdere i capelli a causa dello stress vissuto all'interno della struttura. A far scattare le indagini era stata la segnalazione, nel febbraio 2013, di una dottoressa dell'Ulss 15 Alta Padovana. Acquisite a sommarie informazioni le ricostruzioni di quattro bambini di circa 10 anni (le presunte vittime delle violenze), il pm aveva formalizzato il capo d'imputazione in cui si parlava di vessazioni fisiche e psicologiche dovute all'iperattività dei ragazzi, alla violazione delle regole di condotta o semplicemente ai brutti voti conseguiti a scuola. Ad esempio sarebbero stati costretti a mangiare sapone o a inginocchiarsi sui sassi come forma di punizione. I due imputati, difesi dagli avvocati Fabio Pavone e Manuela Turcato, hanno però sempre negato con forza ogni accusa. La linea difensiva è chiara: in primo luogo accertare se gli episodi contestati si siano effettivamente verificati, e in secondo luogo (qualora trovassero fondamento le accuse della procura) capire se le condotte tenute siano penalmente rilevanti o se rientrino in un normale metodo di educazione nei confronti di bambini particolarmente indisciplinati.