Due anni e sei mesi ciascuno per estorsione aggravata
"DACCI 200 EURO SE RIVUOI IL CELLULARE": CONDANNATI
Assolti entrambi dall'accusa di furto per difetto di querela
MOGLIANO VENETO - Poteva sembrare un gesto di cortesia ma si sarebbe trasformato in un vero e proprio ricatto. Almeno questa è la ricostruzione dei fatti ipotizzata dalla Procura di Treviso che è costata una condanna a due anni e sei mesi ai due imputati. Il tutto per un telefono cellulare a cui è seguita, secondo gli inquirenti, la richiesta di 200 euro per restituirlo al legittimo proprietario. Di fronte ai giudici del tribunale di Treviso erano finiti P.B., 46enne di Istrana difeso dall'avvocato Alessandra Nava, e M.N., 34enne di Mogliano Veneto difeso dall'avvocato Mauro Serpico. Due i capi d'accusa: furto ed estorsione aggravata in concorso. E pensare che la condanna poteva essere ancora più pesante: i giudici infatti hanno disposto il non luogo a procedere per l'accusa di furto, in quanto la vittima non aveva sporto querela, e la condanna quindi riguarda soltanto la seconda ipotesi di reato. I fatti contestati risalgono alla sera del 31 marzo 2012 e al tardo pomeriggio del giorno successivo. I due si trovavano in un bar di Zerman quando la presunta vittima, un 37enne di Mogliano Veneto, era entrato a bere qualcosa assieme a un amico e alle rispettive fidanzate. Il 37enne, inavvertitamente, avrebbe appoggiato il suo Nokia X3 sul bancone e sarebbe stato in quel momento che i due imputati, approfittando di un momento di distrazione, secondo l'accusa si sarebbero impossessati del cellulare. Ma potrebbero anche semplicemente averlo trovato sul bancone quando il proprietario se ne sarebbe andato via. Il giorno successivo però avrebbero contattato il proprietario del telefono dandogli appuntamento all'esterno del bar Verdi di Mogliano Veneto per restituirlo. Il 37enne, convinto che si trattasse davvero di un gesto di cortesia, si presentò all'appuntamento. I due però, dopo averlo minacciato, lo avrebbero costretto a sborsare 200 euro per riavere il cellulare. Almeno questo quanto raccontato dalla vittima e confermato in aula dalle due ragazze presenti quel giorno sia a Zerman che a Mogliano Veneto.