Chiuse le indagini a carico della barista 37enne di Casier
FEDERICA DAMETTO SI AVVIA VERSO IL PROCESSO LAMPO
La donna investì e uccise Enrico Scarabello a San Giuseppe
CASIER – Omicidio colposo, omissione di soccorso, guida in stato d'ebbrezza e sotto l'effetto di stupefacenti. Sono queste le accuse contestate dalla Procura di Treviso, che ha chiuso le indagini e sta valutando se chiedere il giudizio immediato, a Federica Dametto, la barista 37enne di Casier accusata di aver investito e ucciso giovedì 3 settembre, lungo il cavalcavia di San Giuseppe, Enrico Scarabello, suo coetaneo residente a Carbonera. Gli inquirenti hanno infatti ricevuto gli esiti delle perizie che erano state disposte in sede di indagini preliminari e, analizzati gli atti, sono pronti a spedire la 37enne a processo. La Procura, a differenza di quanto sostenuto dalla difesa, esclude un ipotetico concorso di colpa dovuto al fatto che Enrico Scarabello e la moglie Elisa Zanardo stessero camminando lungo il cavalcavia in un punto in cui non avrebbero potuto. Esclusi inoltre fattori esterni che possano aver contribuito a rendere la coppia “invisibile”: l'illuminazione era infatti buona, il manto stradale asciutto e la visibilità perfetta per il tratto di strada. Ora Federica Dametto avrà venti giorni di tempo per presentare una memoria difensiva e, nel caso la Procura decidesse per il giudizio immediato, per decidere di optare per un rito alternativo, che in caso di condanna porterebbe alla riduzione di un terzo della pena. La barista, dopo aver investito e ucciso Enrico Scarabello, era stata trovata con un tasso alcolemico di 3,1 g/l. I test tossicologici successivi avevano poi stabilito che guidava anche sotto l'effetto di metadone e di EDDP (una sostanza sintetica derivata proprio dal metadone).