Alla sbarra Daniele Gerbino, Mirko Lebbiati e Roberto Negro
OTTO ANNI DI CONDANNE PER LA "BANDA DELLA FLEX"
I tre erano accusati di una lunga serie di colpi in uffici e case
TREVISO – Otto anni e mezzo di condanne per la “banda della flex”. Giudicati con rito abbreviato in Tribunale a Treviso, il gup Bruno Casciarri ha inflitto tre anni e quattro mesi di reclusione a Mirko Silvano Lebbiati, 27 anni, e a Daniele Gerbino, 33 anni, e due anni di carcere al 22enne Roberto Negro. Finiti sul banco degli imputati per una lunga serie di furti messi a segno in abitazioni e uffici tra le province di Treviso, Pordenone, Belluno, Vicenza e Venezia, i tre sinti residenti nei campi nomadi di Alba e San Damiano d'Asti sono stati assolti dall'accusa di ricettazione in quanto hanno confessato di essere stati loro a commettere i furti di cui è stata recuperata la refurtiva. Il giudice ha inoltre disposto la modifica della custodia cautelare dal carcere agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, per Lebbiati e Gerbino, visto che Negro era già a piede libero in quanto incensurato. Tutto era cominciato a inizio 2015 quando ai carabinieri di Portogruaro era giunta una serie di denunce per furti in casa. I militari hanno perciò avviato una minuziosa attività investigativa riuscendo a individuare i presunti autori. Nei giorni precedenti all'arresto, avvenuto a metà luglio dopo l'ennesimo colpo avvenuto a Chiarano, i tre con i loro familiari stavano trascorrendo “ufficialmente” un periodo di vacanze a Jesolo, ma di fatto quasi tutti i giorni, a bordo di un'auto “pulita” (una Seat Leon modificata di cui è stata disposta la confisca) su cui applicavano targhe clonate, venivano caricati gli arnesi allo scasso, come flessibili portatili ed elettrici, scanner per intercettare le frequenze delle radio delle forze dell’ordine e quant’altro. La banda si spostava quindi da Jesolo sconfinando nelle altre province della regione mettendo a segno due o tre furti ai danni di abitazioni. Il blitz dei carabinieri aveva portato al sequestro di radio-scanner, sottocaschi, guanti, torce, flessibili e smerigliatrici. Le perquisizioni domiciliari avevano permesso poi di recuperare altri arnesi da scasso, due moto di grossa cilindrata, una seconda autovettura, 25 targhe di moto e auto clonate, 6 mila euro, 1.500 dollari Usa e 1.700 franchi svizzeri, oltre a svariati monili e preziosi in oro e argento per un valore di circa 30 mila euro.