Chiusa la battaglia legale tra gli eredi della famiglia De Martin
LA "CASA DEGLI ORRORI" ANDRÀ AI PARENTI DI TERESA
Nel dicembre 2014 l'uomo uccise la moglie e il figlio di 22 anni
REFRONTOLO - La guerra per l'eredità di Sisto De Martin e della moglie Teresa Raposon si è conclusa con la firma di un trattato di pace. Le parti, prima di affrontare una battaglia legale lunga e insidiosa per entrambe, hanno raggiunto un accordo che pare aver fatto felici tutti.
Gli eredi della donna, assistiti dall'avvocato Alessandra Nava, hanno infatti rinunciato al sequestro preventivo di tutti i beni della famiglia accettando una contropartita in denaro e la proprietà della villetta in cui si è consumata la tragedia di Refrontolo. Chiusa la curatela, e in attesa che sia effettivo l'accesso in casa, attraverso notaio si sta già effettuando l'inventario di tutto ciò che è ancora contenuto nell'abitazione.
Ai parenti di Sisto De Martin, gli eredi naturali, andrà il resto del cospicuo patrimonio di famiglia. La vicenda si può dunque definire conclusa nel migliore dei modi.
Il tutto era nato dal fatto che ogni euro era destinato ai parenti del 62enne che nel dicembre 2014, in un raptus di follia, aveva ucciso a coltellate la moglie Teresa, 56enne di origini filippine, e il figlio Cristian di 22 anni, prima di suicidarsi impiccandosi alle travi della mansarda di casa. Dopo la tragedia, due dei cugini di Sisto, i parenti più prossimi, sarebbero gli eredi naturali di tutta la fortuna dei De Martin.
Dall'altra parte però c'erano i parenti di Teresa, ovvero la madre Felixalberta oltre ai fratelli e alle sorelle, in tutto nove persone che reclamavano i danni morali e biologici per la tremenda sorte toccata alla loro famiglia. Visto che condanne penali non se ne potevano più avere, pretendevano almeno un adeguato risarcimento e per mesi infatti si erano battuti per vedere rispettati i loro diritti.
Nel mirino avevano messo l'eredità dei De Martin, una piccola fortuna fatta di conti correnti, terreni, vigne e case. Gli eredi naturali erano i fratelli Casagrande, i cugini di Sisto. Tolte le quote di Teresa, e destinate alla sua famiglia naturale, tutto il resto per legge sarebbe spettato a loro.
Il nodo da sciogliere, e che aveva portato tutti in tribunale, era rappresentato da quello che Sisto e sua moglie avevano acquistato durante il matrimonio e che teoricamente sarebbe dovuto essere diviso in parti uguali. Colpiti tutti da quanto accaduto, tutti gli eredi hanno scelto di non farsi la guerra: la famiglia di Teresa, valutando quanto avrebbe potuto ottenere a titolo di risarcimento in sede di giudizio, ha transato “accontentandosi” della casa e di somma in denaro.