Giovedì 21 gennaio l'inaugurazione nella sede di "Tra"
LA FOTOGRAFIA "AL COLLODIO" DI FURGERI GILBERT IN MOSTRA A CA' DEI RICCHI
Una tecnica antica che dialoga col linguaggio contemporaneo
“Una lastra al collodio non è semplicemente una fotografia; sono passi in equilibrio sulla sottile linea che divide il mondo del conosciuto, del rigore, della tecnica, da quello dell’inatteso, del caso. Il fotografo come un alchimista.” Con queste parole l'artista anglo-italiano Carlo Furgeri Gilbert introduce la mostra “Alchemical Beauty” che inaugurerà giovedì 21 gennaio, ore 19.00, negli spazi espositivi di Tra – Treviso Ricerca Arte, a Ca' dei Ricchi, e visitabile fino al 31 gennaio.
In una sorta di salto temporale, Furgeri Gilbert ripropone una delle prime tecniche usate in fotografia, e ormai quasi più esplorate. Il collodio umido è un processo fotografico, messo a punto nel 1851 da Frederick Scott Archer, che rivoluzionò il mondo della fotografia perché di più semplice utilizzo se comparata alle tecniche esistenti come il dagherrotipo.
Si potevano creare negativi su lastre di vetro, e poi con la ferrotipia su lastra metallica, e venne più che dimezzato il tempo di esposizione, che passò da svariati minuti a pochi secondi permettendo così di cogliere le persone con più immediatezza anche se non ancora nell’istante.
Accanto a questi scatti, un'installazione di abiti contemporanei del marchio di moda-design Altrove.
L'autore.
Nato a Londra, da madre inglese, padre emiliano, nonna neozelandese, Carlo Furgeri Gilbert cresce a Ravenna ora vive tra Milano e Londra. Un po’ inquieto di natura, dopo la laurea in architettura si è dedicato totalmente alla fotografia e al videomaking.
Come fotografo ritrattista collabora regolarmente con importanti riviste come RollingStone, WallStreetJournal, GQ, Vanity Fair, IoDonna, Amica, Icon, L’Optimum Art.
Oltre a scattare campagne pubblicitarie per grandi brand internazionali ha realizzato progetti di corporate identity per clienti come Pirelli e Yoox. Con Pirelli ha lavorato ad un progetto a lungo termine documentando il mondo del lavoro nelle loro fabbriche europee. Questo progetto si è concretizzato in una mostra alla Triennale di Milano.
Cercando sempre di trovare nuovi modi di espressione, i suoi progetti personali lo portano oggi a sperimentare la fotografia contemporanea attraverso tecniche antiche, che risalgono al XIX secolo; utilizzando il collodio umido realizza immagini in copia unica su lastre di vetro e alluminio.