TREVISO - Nei giorni scorsi i carabinieri hanno passato al setaccio i campi nomadi della Marca per trovare tracce della famigerata Audi gialla, data alle fiamme nella notte tra lunedì e martedì nelle campagne di One' di Fonte. E' solo una delle molte piste battute dagli investigatori che stanno dando la caccia ai tre malviventi che per settimane hanno scorrazzato tra Veneto e Friuli a bordo del bolide giallo, ormai divenuto celebre. Ci vorranno alcuni giorni per conoscere gli esiti delle analisi degli investigatori del Ris di Parma che martedì hanno svolto un sopralluogo per analizzare ciò che resta dell'Audi gialla, completamente carbonizzata, e svolgere accertamenti nel luogo in cui è stata incendiata. Il puzzle che porterà ad identificare i banditi, quasi certamente originari dei Balcani, si compone di diversi elementi: il più importante è una foto scattata al distributore di benzina "Vega" di Sandonà dove i tre si fermarono a fare rifornimento. Si tratta di uno scatto più utile ai carabinieri rispetto a quello, risalente a venerdì scorso, che venne acquisito durante un'altra sosta, in una stazione di servizio di San Zenone degli Ezzelini.
Gli investigatori hanno poi a disposizione una cicca di sigaretta, da cui sarà ricavato il Dna di una delle persone che hanno incendiato l'auto, altre tracce biologiche (un piccolo grumo di saliva) repertate a Onè a pochi passi dall'Audi incendiata ma soprattutto alcune banconote. Sono i soldi, due tagli da 50 euro, utilizzati sia a Sandonà che a San Zenone dai malviventi per rifornirsi al self service. Dall'analisi della carta moneta sarà possibile ottenere le impronte digitali di almeno uno dei rapinatori che venne immortalato dall'impianto di videosorveglianza del distributore Vega mentre stava infilando la banconota nella colonnina del self service.
Il punto sulle indagini del comandante provinciale dei carabinieri di Treviso, Ruggiero Capodivento.