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Scopriamo in anteprima il progetto tra sport, turismo e memoria
CON GLI SCI NELLA STORIA DELLA GRANDE GUERRA SULLE DOLOMITI
Cinque caroselli tra Veneto e Trentino sui luoghi del conflitto
Le zone raggiunte sono di valore storico emozionante. Son passati cent’anni, ma è come se fosse ieri. Certo abbiamo visitato mostre, musei, sacrari, ma la più forte emozione, l’evidenza di cosa sia stata la vita lassù, la durezza, la sofferenza, la forza di quell’umanità, si prova entrando in quelle gallerie scavate nella gelida roccia. Vien da pensare che quegli uomini riusciti a sopravvivere avessero tempra d’acciaio. Difficilmente noi, la nostra generazione, avrebbe potuto resistere a un’esistenza di così pesanti privazioni. Per essere capìta correttamente, la storia deve però avere la testimonianza di chi ha avuto i padri che qui l’han vissuta ricca di eventi, figli di chi in questo luogo ha combattuto e sofferto per difendere la propria terra. A quel tempo, qui non era Italia, qui erano attestate le truppe dell'Alpenkorps; Queste popolazioni iniziarono le ostilità ben prima che l’Italia entrasse nel conflitto. Se spesso noi usiamo parlare di guerra del “15/18, in realtà per loro è stata “14/20. Nell’agosto 1914, infatti, i soldati delle Dolomiti furono inviati a combattere in luoghi lontani, sul fronte russo, fino in Galizia (non la Galizia spagnola, bensì oltre la Polonia, Leopoli). I pochi che son riusciti a tornare han trovato che il loro paese non era più Austria-Ungheria, era Italia, e subirono spesso il confino, all’Asinara, o a Isernia.
I cinque Ski Tour tematici coinvolgono sei scuole sci, e attraversano i comprensori di Val di Fassa-Carezza e di Trevalli (Lusia – S.Pellegrino – Falcade), ben inseriti nel Dolomiti Super Ski.
A illustrarci il programma, il Campione di sci Fulvio Valt direttore della scuola Equipe di Falcade, sostenitore del programma che ha visto il coinvolgimento di altre cinque diverse scuole, e Virna Pierobon, giornalista, addetta stampa, con un’ottima conoscenza della storia di questi luoghi. Ci hanno incantato con i loro racconti su quel tratto di storia, vista da questa terra, che ha fortemente segnato il settentrione d’Italia.
Nell’avvio di “Sciare dentro la storia”, Alberto Kostner e Fulvio Valt , direttori rispettivamente della scuola di sci Dolomiti di Moena, e della scuola di sci Equipe Falcade, ci hanno accompagnati a Cima Uomo, vetta del San Pellegrino, dove Livio Defrancesco , il maggior conoscitore della fisicità della linea del fronte, e Silvio Valt, pioniere dello sci alpino e testimonial della storia dello sci, ci hanno fatto vivere quel museo a cielo aperto, quei brani di storia da toccare con mano, facendoci sentire dentro di essa. Defrancesco, il “recuperante”, è detto con una certa proprietà Livio Bomba per i tanti ordigni che hanno investito in suo corpo mentre cercava di renderli inoffensivi.
Altro percorso affascinante, accompagnati da Elio Pollam Direttore della scuola di sci Vajolet e da Elisa Maccagni del Consorzio impianti a fune, lo ski tour Panorama Buffaure/Ciampac/Belvedere, con il nuovo modernissimo collegamento “Funifor”, e pranzo sulla terrazza delle Dolomiti con l’imprenditore pioniere Fiorenzo Parathoner, fondatore e past president di Dolomiti Superski. E’ seguita la visita al museo ”Gran Vera” di Moena, che riesce a rendere più facilmente comprensibile la vita e le vicissitudini passate, di queste genti. Eccellente conclusione della giornata, cena a Malga Panna ospiti di Andrea Weiss, direttore Apt della Val di Fassa . Non avrei pensato che tra le montagne potesse esistere un ambiente tanto ricercato. Non è facile raccontare di quella cena, perché tante le cose, tante le raffinatezze che non potrebbero essere sottaciute. Tutto all’insegna dell’elegante accoglienza nei confronti degli ospiti, della massima genuinità del cibo, servito con la più ampia cura. Indimenticabile!
Rammarico il giorno seguente, per non aver potuto visitare le trincee scavate, e la famosa città di ghiaccio sulla Marmolada. Un’improvvisa forte nevicata non ha reso possibile l’accesso.
Abbiamo però visto una cosa estremamente interessante, il Museo Ladino di Fassa, dove ho goduto della sensazione di una cultura attaccata alle origini, seppur riservata, ma buona e gentile. Questa lingua retico-romana, di cui è curato l’insegnamento nelle scuole, è forse un po’ difficile da capire nel parlato, ma sicuramente comprensibile, e direi simpatica, nella lettura. Tra le manifestazioni attraenti, la fiaccolata dei ragazzi, e gli Scufons del Cogo, capaci di fare spettacolo nella quintessenza del telemark, eseguito con particolare attenzione al folclore ladino, in abbigliamento tradizionale. Ogni anno con l’evento “Scufoneda”, un numero sempre maggiore di partecipanti, che giungono da tutta Europa, vengono attratti a Moena.
Paolo Pilla