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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

Le Interviste di Radio Veneto Uno


Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

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Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

Il beniamino di casa supera all''ultimo giro Burns, sempre in testa


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Coldiretti: "Richieste gionfiate dal meccanismo autorizzativo"

CORSA AI VIGNETI, CHIESTI 34MILA NUOVI ETTARI

In Veneto domande per metà della superficie nazionale


TREVISO - Boom di domande nel Veneto per le autorizzazioni di nuovi impianti viticoli, il sistema che ha sostituito quello dei diritti di impianto e reimpianto, andato in pensione il 31 dicembre scorso. Secondo i dati di Agea, che ha chiuso l’istruttoria il 31 marzo, su 66 mila ettari richiesti complessivamente su tutto il suolo nazionale, oltre la metà arrivano dal Veneto: sono 34.677 gli ettari di nuovi vigneti chiesti, con un boom che, secondo le prime indiscrezioni, riguarda la provincia di Treviso, ma anche zone non a vocazione vitivinicola come la Bassa Veronese, il Rodigino e il Veneziano. In tutto, in Italia, le domande sono state 12.531, di cui 3.856 in Veneto. A fare richiesta di nuovi impianti sarebbero molte aziende cerealicole e zootecniche, che stanno vivendo una gravissima crisi di settore e che nel vino vedrebbero il possibile sbocco per ritrovare redditività.
Le attese, però, potrebbero andare deluse, come spiega Lodovico Giustiniani,presidente di Confagricoltura Treviso: “Ogni regione, secondo le regole del nuovo sistema, ha diritto ad un 1 per cento della superficie vitata, che corrisponde alla quota di incremento stabilita dalla nuova Pac (Politica agricola comune) 2014-2020 per gli Stati membri. L’Italia possiede 650 mila ettari, quindi il potenziale annuo di vigneti è di 6.500 ettari. Per quanto riguarda il Veneto, che conta su 80 mila ettari, quest’anno ne verranno concessi 800. La domanda di 34 mila nuovi ettari eccede, dunque, in maniera abnorme la disponibilità e, di conseguenza, le assegnazioni saranno ridotte. Secondo il sistema di proporzioni su ogni richiesta verrà concesso un quarantesimo: chi ha chiesto diecimila metri si vedrà riconosciuto 240 metri. Se l’assegnazione è inferiore al 50 per cento si può rinunciare”.
Giustiniani non trova, tuttavia, negativa tanta abbondanza: “Indubbiamente ci sono molte aziende di pianura che hanno fattodomanda – ragiona – e non è difficile capire il perché. Il settore vitivinicolo sta andando molto bene, contrariamente ad altri settori agricoli che stanno vivendo una fase di grande difficoltà. Naturale, quindi, che le aziende cerchino di indirizzarsi in colture più redditizie. Quello che trovo interessante è il dinamismo che anima l’imprenditoria veneta, segno di vitalità e di prospettive di crescita. Treviso si conferma al top del settore vitivinicolo, con molte domande di nuovi vigneti e un interesse ad andare verso i vitigni Glera o Pinot grigio, che hanno una redditività importante data anche dal fatto che il mercato ricerca vini fruttati o leggeri”.
L’augurio, però, è che nel bando dell’anno prossimo venga posto qualche paletto: “Il primo bando di quest’anno non ha posto limiti, spingendo così i nuovi impianti verso zone non vocate: bastava avere un terreno a seminativo e si poteva chiedere l’autorizzazione. Ci auguriamo che nel 2017 nell’assegnazione si tengano in considerazione criteri come l’appartenenza a zone vitivinicole storiche, lo sviluppo del biologico e la lotta integrata e altri fattori che puntino a mantenere la nostra eccellenza qualitativa”.
Antonio Maria Ciri, direttore della Coldiretti Treviso, però avverte come l'enorme quantità di superficie sia l'effetto del meccanismo stesso per di presentazione delle domande: "Non è stato posto alcun tetto alla superficie che poteva essere richiesta - spiega il dirigente -, così ogni azienda ha presentato domanda per il massimo dell'area a propria disposizione, sapendo che poi, in proporzione, le sarebbe state assegnate quote maggiori nella redistribuzione effettiva".
Rincara Gianclaudio De Martin, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Treviso e della cantina sociale di Orsago, oltre che vicepresidente del Consorzio Vini Venezia e membro del cda della doc Prosecco: “Bisognerà trovare un compromesso per non ledere i principi della libera impresa – precisa -, ma in ogni caso il bando dovrà essere più mirato rispetto a quello di quest’anno, che assegna una percentuale secca di vigneti a chiunque disponga di una superficie agricola. Questo principio crea una turbativa, favorendo le enormi superfici di centinaia di ettari del Rodigino e del Venezianorispetto al viticoltore storico della Marca, che al massimo dispone di poche decine di ettari. Il rischio è anche che i neo viticoltori in provincia di Rovigo si trovino, in assenza di consorzi, senza strutture di sostegno e quindi con l’obbligo di andare sul mercato da soli, con un possibile sbilanciamento di mercato”.
Nella graduatoria delle nuove autorizzazioni spicca, dopo il Veneto, il Friuli con 10.876 ettari richiesti, seguito dalla Siciliacon 4.738, dall’Emilia Romagna con 4.564, dalla Puglia con 4.042 e dalla Toscana con 2.746.