Al Ca' Foncello un software elabora l'immagine post intervento
TREVISO ALL'AVANGUARDIA PER RICOSTRUIRE IL SENO
Protesi avvolte in membrana anti-rigetto derivata dal maiale
Proprio a Treviso è stata messa a punto un'innovativa tecnica di ricostruzione del seno, che sta dando ottimi risultati. Ad idearla, quattro anni fa, Giorgio Berna, primario della Chirurgia plastica ricostruttiva del Ca' Foncello, insieme al collega Simon Cawthorn dell'ospedale di Bristol, il Gran Bretagna. In sostanza, la nuova metodologia prevede di avvolgere la protesi in silicone in una “stoffa” di origine biologica, una membrana collagenica ricavata da tessuti dei maiali. La protesi è così accettata molto più facilmente dall'organismo, diminuendo il rischio di rigetto. “Nella tecnica tradizionale, la protesi viene posizionata al di sotto del muscolo gran pettorale, per evitare che sia in contatto diretto con il sottocute e stimoli quindi una reazione da corpo estraneo – spiega il dottor Berna – Il distacco del muscolo però provocava forti dolori, specialmente nei primi mesi dopo l'intervento. Ora, con questa nuova tecnica, possiamo posizionarla sopra il muscolo”. Ciò comporta un aspetto più naturale, anche nei movimenti, e soprattutto un recupero più rapido e meno doloroso.
Vantaggi, dunque, non solo estetici, ma anche funzionali come ribadisce il direttore generale dell'Ulss 9, Francesco Benazzi: “La tendenza attuale mira a ridurre il più possibile l’impatto psicologico della donna ed il trauma che ne deriva. Si tende ad eseguire, quando è possibile, l’intervento in un unico tempo; la paziente entra in sala operatoria con il tumore ed esce con il seno ricostruito e simmetrico”.
A Treviso ogni anno vengono effettuate circa 450 di mastectomie per carcinoma mammario. Già una cinquantina le ricostruzioni con la nuova tecnica. Ma questa non è l'unica innovazione a disposizione delle pazienti dell'ospedale trevigiano. Un sofisticato software, battezzato Chrysalis, infatti, è in grado di elaborare l'immagine finale post ricostruzione. Ciò permette al paziente di verificare se l'esito finale corrisponde alle sue aspettative, ma consente anche al chirurgo di valutare con più precisione dove e come intervenire. Il Ca' Foncello è l'unica struttura pubblica in Italia ad avere in dotazione questa tecnologia, di origine brasiliana. Oltre che nelle ricostruzione della mammaria, è molto utile anche nei traumi al volto.
Ad oggi, per il tumore al seno il tasso di sopravvivenza si attesta al 90% dei casi. “L'obiettivo è eliminare anche il restante 10% - sottolinea Benazzi -. Per fare questo è fondamentale la prevenzione. Oggi circa l'85% delle donne si sottopone allo screening: dobbiamo arrivare al 100%”. Le campagne di controllo partono dai 50 anni fino ai 74 (l'età massima è stata recentemente innalzata dai precedenti 69) e proprio per favorire le donne che lavorano gli esami vengono eseguiti anche al sabato e alla domenica.