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La nostra rubrica sul mondo golfistico con Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/120: L'ITALIAN PRO TOUR RIPARTE DA MONTECCHIA
La pioggia non ferma il torneo nel golf club padovano
Come di consueto, il giorno precedente il torneo c’è stata la classica Pro Am (sfida di 28 squadre con un professionista e tre dilettanti), in cui si è imposto il team di Andrea Maestroni con -18. A Pro Am conclusa, c’è stata l’inaugurazione ufficiale del “Montecchia Performance Center”, struttura indoor di rilievo, che permette l’allenamento in tutte le stagioni.
Pronti a partire erano in 156, vigorosi giocatori di varie nazioni tra cui diciotto azzurri, ansiosi di emergere nel panorama europeo del Challenge Tour. Dopo la sfida di Madrid, nei primi 45 della money list erano Gagli, Laporta, Delpodio; e nell’ordine di merito a seguito del Campionato a “Le Fonti”, in testa c’era Filippo Bergamaschi che aveva vinto il Campionato. Il carattere europeo del Challenge significava la presenza di altre lusinghiere promesse azzurre: Pavan, Quintarelli, Migliozzi (amateur quest’ultimo, con il privilegio di giocare il percorso di casa), e poi Tadini, Maestroni, Di Nitto, Bertasio, ……. tutte speranze del Golf italiano. Tra gli stranieri, gli occhi erano puntati sullo scozzese Duncan Stewart trionfatore nel Challenge di Madrid, lo svedese Sebastian Söderberg leader della money list, e l’inglese Jordan Smith.
Un po’ di cronaca:
12 maggio – data di avvio dell’Italian Challenge –Nulla di fatto! Una notte di pioggia pesante (4 centimetri d’acqua in 24 ore di cui gran parte due ore prima della partenza) ha letteralmente allagato il Campo, rendendolo ingiocabile. Nonostante l’energico lavoro del personale della Montecchia coadiuvato dai colleghi dei Golf Club Frassanelle, Terme di Galzignano e del Golf Club Padova, alle 14.00, dopo alcuni rinvii, con i fairways delle buche uno e quattro ancora allagati, e così molti bunker, il direttore del Challenge Alain de Soultrait, a garantire una concorrenza leale, decide di annullare la prova: si riduce il torneo a cinquantaquattro buche, lasciando il taglio dopo due giri. Ho potuto parlare con il presidente del Club Paolo Casati, che l’allagamento se lo aspettava, e lo ascrive al fatto che il Bacchiglione non era più in grado di ricevere, ingrossato dalla forte prolungata pioggia. A sostegno di quanto da lui asserito, il giorno seguente i fairways, sono più che praticabili: il Campo ha infatti un ottimo drenaggio, e un buon fondo bene inerbito. Queste le parole del giocatore svedese Alexander Björk, al comando della prima giornata: “Sono rimasto positivamente sorpreso dalla tenuta del campo, e devo fare i complimenti ai greenkeper per l’ottimo lavoro svolto dopo le abbondanti piogge dei giorni scorsi”.
13 maggio – Nubi sgombre di pioggia, dopo aver perso un giorno intero di gioco, parte il torneo alla grande. Si mette in luce lo svedese Alexander Bjӧrk, che in un finale sensazionale sulle ultime quattro buche, il bell’eagle sul Par 5 della 18, va al comando con -9. Ci rallegra l’ottima performance del nostro Andrea Pavan, in quarta posizione con 64 (-7). Bene anche gli altri azzurri, l’amateur Guido Migliozzi ha firmato uno score di 66 colpi (-5) che gli è valso il 14° posto: ha potuto mettere in mostra il suo talento, sfruttando anche il vantaggio di giocare in casa. Non bene per Sebastian Söderberg (leader della money list), 120° con 72 e per l’azzurro Lorenzo Gagli, 130° con 73.
14 maggio – Inizia con il bel tempo la giornata, ma trova nel pomeriggio ancora la pioggia a far da protagonista. Un forte temporale pomeridiano, con evidente rischio di fulmini, ha preteso la sospensione del gioco, tant’è che alcuni giocatori dovranno terminare il round domani. Tra questi il romano Andrea Pavan, ieri quarto, dovrà giocare altre tre buche. Sono a rischio di non superare il taglio, previsto a -3, Filippo Bergamaschi (71 69) e Andrea Perrino (69 71), 81esimi con 140 (-2).
15 maggio – Anche oggi la pioggia ha voluto tener compagnia ai giocatori: pioggerellina, ma anche un acquazzone che ha infastidito Andrea Pavan. Alla buca otto era secondo con -14, un bogey alla nove gli ha fatto poi perdere la buona posizione. Ha avuto comunque un’ottima prestazione, e si è aggiudicato un settimo posto in finale con -14, il migliore degli azzurri.
Questa quinta tappa stagionale del Challenge Tour, ha destato grande interesse tra gli stranieri, nomi importanti erano alla griglia di partenza. Il montepremi era di 250mila euro con 40mila euro di prima moneta, che sono andati al vincitore, l’inglese Gary King, con -17 sotto il Par. Così ha terminato la 18: Driver, secondo colpo in bunker, eccellente uscita, bel putt, birdie! Guido Migliozzi, l’amateur beniamino del Circolo, è stato premiato come miglior dilettante.
La proprietà ha qui profuso ingenti risorse nelle cure intese a elevare la qualità del Campo. Ne ho avuto riscontro apprezzando il percorso al seguito dei giocatori. Risolto l’allagamento, nonostante le quotidiane piogge, i fairways erano praticabili. Certo, la solerzia degli addetti, i perfetti drenaggi, ma ancor più il tipo di essenza erbosa, la “bermuda grass” dall’apparato radicale profondo, che per vegetare non ha bisogno di frequenti annaffiature. Il terreno, così, non troppo imbibito, riceve e tollera più facilmente le piogge abbondanti. Essenza costosa la Bermuda, ma la migliore per il Campo da Golf.
Il progetto del Campo, 27 buche adiacenti all’antica villa Emo Capodilista alle porte di Padova, è dell’inglese Tom MaCauley; rispecchia la scuola anglosassone, ed è molto rispettoso del paesaggio e dell’ambiente. Il Circolo, pur negli elevati standard tecnici, ha avuto riconfermata per il 2016 la Certificazione Ambientale Internazionale, il cui attestato è stato consegnato da Kelly Jerome, direttore GEO, proprio durante il Challenge, alla presenza delle autorità. Antonio Bozzi, vice presidente vicario della FIG, ha esternato la sua soddisfazione per un premio che: “….certifica l’impegno e la passione del club padovano per la difesa dell’ambiente. Un esempio, uno stimolo a crescere, anche per gli altri golf club……”.
Paolo Pilla