ASCOLTA IL SERVIZIO ON-LINE |
La rubrica dedicata ai campi da golf a cura di Paolo Pilla
CAMPI DA GOLF/13: IL CIRCOLO GOLF DELL'UGOLINO
Percorso impegnativo e splendida club house alle porte di Firenze
Le diciotto buche da campionato, Par 72, realizzate su quelle dolci colline nella collaborazione dell’inglese Cecil Blandford e dell’irlandese Peter Gannon, sono particolarmente impegnative, anche se non lunghe, ma del tutto integrate nel territorio ricco di vegetazione. Attenzione alla 4, un Par 3 abbastanza lungo, con tutti quegli alberi sulla sinistra, e il green sopraelevato. La 5 è dichiarata la più difficile; in realtà, se si ha l’accortezza di indirizzare il tee-shot verso sx perché il fairway pende verso il fuori limite a destra, poi farsi indicare la posizione della bandiera che per un tratto non è visibile, la si può definire divertente. Mi ha impressionato la 11 con primo tiro in salita, in contropendenza, un tratto cieco, il fuori limite a sx e a dx, e i molti bunker a difesa del green. La due, invece, pur riscontrando per me alcune difficoltà perché delicata, mi è sembrata essere tipica meta di birdie per un buon giocatore, che può guadagnare il green con il secondo colpo, e imbucare facilmente col terzo, se piazza la palla non lontana dalla bandiera.
Bella la Club house! Posta sotto la tutela della Soprintendenza ai Beni Culturali ed ambientali di Firenze per la sua caratteristica “anni ‘30”, gode di posizione strategica nella sommità del poggio, a sovrastare le 18 buche che la circondano, la cui vista è arricchita da una teoria di cipressi che si frappongono. Il piano terra ospita la segreteria, e tutti i servizi. Il primo piano si semplifica in una grande sala in cui trovano spazio il bar, il ristorante, e la zona soggiorno con il caminetto. Un’ampia terrazza, da cui si gode di un bel panorama, circonda l’intera superficie. C’è poi il secondo piano dedicato al diversivo dei soci con salette per il gioco delle carte, la sala biliardo, la sala TV. Piacevole, e sempre iperfrequentata, un’altra terrazza, che si affaccia sul green della 18. Anche la piscina, di pregio architettonico, è sotto tutela della Soprintendenza: Opera del grande Pier Luigi Nervi, misura mt 25 x 12,5, è dotata di trampolino e piattaforma per i tuffi dal disegno ardito, circondata da una loggia ad archi, e totalmente inserita nel bosco.
Nel brillante ristorante vengono proposti piatti che coniugano la tradizione toscana, con quella campana, dal mito dell’isola di Procida, degli Scotto di Perrotolo che lo gestiscono con ambizione.
Siamo a Grassina di Bagno a Ripoli, ultima frazione del tessuto urbano di Firenze, e attacco della Via Chiantigiana. La zona, di cui per alcuni reperti si hanno notizie storiche di epoca etrusca, fino alla metà del secolo scorso era nota come paese delle lavandaie, per la sua vicinanza a due comodi torrenti: l'omonimo Grassina e l'Ema. Ancora oggi è possibile imbattersi nell’ambito del mestiere: il chiassolo (piazzetta), i viai, i caloriferi e le canarone (grossi cilindri che ricevevano i panni da lavare) e i "tòrci" (cestelli che li asciugavano). Ci sono poi i "barrocci", trainati un tempo dai muli, che servivano al trasporto della biancheria, sempre per la stessa via, che ha assunto il nome di "via de' moccoli", per le tante moccole che i barrocciai, forti bestemmiatori, accompagnavano il loro cammino. Un po’ di pace, l’arrivo alla Fonte della Fata Morgana costruita sul tardo Cinquecento nel parco di villa Vecchietti, utilizzata come bivacco per i lavandai che si recavano a Firenze o che vi tornavano.
C’è una statua, situata nella piazza principale, che è proprio monumento alla Lavandaia, simbolo del paese. Se n’è incuriosito anche il regista Dario Argento, il maestro del brivido, che talvolta qui soggiornava.
Tornando a noi: Ho avuto l’opportunità di giocare qualche giorno fa al Golf Ugolino; beninteso con il Cart, di cui è bene fare uso per non affaticarsi, e ho anche avuto la buona sorte di fermarmi a dormire proprio a due passi dal Club: al “Podere Casanova”, un b&b che ha ulteriormente aumentato il fascino di quella contrada che dà l’avvio alla Strada del Chianti. Nella schietta, tipica visione della campagna toscana, ho trovato alloggio, a prezzo più che corretto, in un’atmosfera di elegante cortesia, di silenzio interrotto solo dal canto degli uccelli, tra dolci quadri di vigne e uliveti. Completezza! Ho sentito di condividere il pensiero di Chris Santella, scrittore, sportivo, appassionato di pesca e di Golf, che nel suo libro “Fifty places to play golf before you die”, cita il Campo tra i migliori del mondo: “tra i 50 dove bisogna giocare prima di morire”.
Paolo Pilla