Stimata una crescita del 3,9% tra 2017 e 2019
L'EXPORT A NORDEST PUNTA SU NUOVI MERCATI
Il dossier Sace guarda ad Asia, Medio Oriente e America
È da queste domande che ha preso le mosse oggi al Park Hotel Villa Fiorita di Monastier di Treviso, il Convegno “RE-action. Export Calling” organizzato da SACE e SIMEST, le società del Gruppo Cassa depositi prestiti specializzate nel sostegno all’internazionalizzazione, per presentare alle imprese del Triveneto i principali risultati dell’ultimo Rapporto sull’export di SACE.
Al centro dell’evento, in cui sono intervenuti Roberto Zuccato per Confindustria Veneto e Alberto Baban per Piccola Industria di Confindustria che ha spiegato le opportunità e le sfide dell’industria 4.0, una tavola rotonda con i protagonisti del panorama imprenditoriale locale Vladimir Dukcevich per Principe di San Daniele e King’s, Callisto Fedon per Gruppo Giorgio Fedon, e Inti Ligabue per Ligabue, che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi direttamente con Andrea Novelli, amministratore delegato di SIMEST.
Quest’anno diverse difficoltà stanno segnando la performance estera di tutto il Paese, con conseguenze che si sono fatte sentire anche nel Triveneto. Tuttavia, secondo le stime presentate da SACE, l’export italiano ha in sé la capacità di reagire e mettere a segno una crescita del 3,9% nel 2017-2019, a patto di concentrare gli sforzi sulle geografie a maggior potenziale e rafforzare le proprie strategie d’internazionalizzazione.
“Allargare gli orizzonti verso nuovi mercati oggi è una strada obbligata, ma va affrontata con strategie ben calibrate – ha dichiarato Alessandro Decio, Amministratore delegato di SACE –. Siamo pronti, insieme a SIMEST, a rafforzare il nostro supporto assicurativo-finanziario affinché le aziende del Triveneto possano cogliere il grande potenziale di crescita internazionale che hanno ancora davanti a sé, aiutandole a superare vincoli dimensionali e finanziari e a gestire in modo efficace i rischi di un mondo sempre più complesso”.
Nel territorio del Nordest SACE, solo nell’ultimo anno, ha servito oltre 3.600 aziende, in prevalenza Pmi, mobilitando 3,5 miliardi di euro di risorse a sostegno di export e investimenti. Mentre SIMEST è già intervenuta a favore 22 imprese del Triveneto per un totale di circa 18 milioni di euro di operazioni di export e internazionalizzazione.
NUOVI MERCATI PER L'EXPORT TRIVENETO
Dopo il risultato molto positivo messo a segno nel 2015, sfiorando i 78 miliardi di euro (oltre il 18% dell’export nazionale), nei primi sei mesi dell’anno l’export del Nordest è cresciuto del 2,1%, orientandosi prevalentemente verso i mercati europei.
Passando in disamina i settori, la performance delle vendite estere del Triveneto, nonostante i tassi di crescita a due cifre di comparti come i raffinati (+50%), gli apparecchi elettronici (+27%) e i mezzi di trasporto (+19%), poggia soprattutto sul contributo di 5 settori chiave dell’economia regionale che da soli valgono il 68% dell’export dell’area: meccanica strumentale (il primo comparto per valori con un peso sul totale del 20%), tessile & abbigliamento (quasi il 14% delle vendite estere totali), altre attività manifatturiere, come gioielli, mobili, giochi, articoli sportivi (13%), prodotti in metallo (12%), e alimentari & bevande (9%).
Sotto il profilo dei mercati di destinazione, sebbene l’Unione Europea risulti la meta principale, le previsioni di SACE offrono importanti direttrici di crescita verso un paniere diversificato di mercati emergenti, con profili di rischio certamente non trascurabili, che possono tuttavia essere affrontati con successo e profitto, puntando su coperture specifiche e un approccio strategico: Emirati Arabi, Arabia Saudita e in prospettiva Iran per il Medio Oriente, Corea del Sud e Cina in Asia, Messico e Stati Uniti nel continente americano, ma anche Repubblica Ceca e Polonia in Europa. Tra le geografie più rischiose per l’export della regione nel 2016, le previsioni segnalano invece Grecia e Russia.