Concerto venerdì 4 novembre anniversario dell'armistizio
L'ORRORE E L'EPICA DELLA GRANDE GUERRA CANTATA DAI RADIOFIERA
La band presenta il nuovo disco al New Age di Roncade
La storica rockband trevigiana infatti, presenterà l'uscita del vinile "17.000.000", eseguendo, a partire dalle 22, per la prima volta dal vivo tutti e quattro i brani del nuovo disco, uscito in edizione limitata in 199 copie e riservato innanzitutto ai fan che lo hanno “prodotto” attraverso le proprie donazioni. Si tratta di quattro canzoni originali della Grande Guerra, nate in trincea e riadattate dai Radiofiera: “Ponte de Priula”, “La tradotta”, “Gorizia tu sei maledetta” e “Fuoco e mitragliatrici”. Ospiti, nel disco, la chitarra di Steve Dal Col (Radiofiera, Frigidaire Tango, Rossofuoco) e le inconfondibili voci di Angela Baraldi (Post CSI) e Giorgio Canali (Post CSI, Rossofuoco).
I primi vinili di 17.000.000 sono state già consegnati ai crowdfunder all'Indie Records Store lo scorso 20 ottobre: chi ne avesse prenotato una copia può ancora ritirarla presso il medesimo negozio in via Inferiore a Treviso, o proprio al termine concerto al New Age venerdì prossimo, dove saranno a disposizione del pubblico anche le poche decine di copie avanzate dal crowdfuning.
I Radiofiera hanno scelto di presentare 17.000.000 venerdì 4 novembre perché è il giorno in cui, nel 1918, a seguito dell'armistizio di Villa Giusti, le armi tacquero segnando la fine della Grande Guerra.
Sul palco sarà presente anche lo storico Daniele Ceschin, che introdurrà le canzoni, raccontandone la genesi e il contesto. Durante la serata, ovviamente, i Radiofiera suoneranno anche tante canzoni della loro ventennale carriera.
“Siamo orgogliosi di suonare queste canzoni - dice Ricky Bizzarro, frontman fondatore della band -. Sono pezzi bellissimi, che ragazzi di 20 anni cantavano in trincea un secolo fa: è la Storia che rivive con tutta la sua forza evocativa, attraverso le parole di quei giovani, e non leggendo le cronache nei libri di storia. Ad esempio, suonare dal vivo un brano come “Ponte de Priula” è un'esperienza unica: è una canzone raccolta nel 1920 da un musicologo, che se la fece cantare da un reduce a San Biagio di Callalta, la trascrisse e ne permise la trasmissione nel tempo. Non ha altri autori se non i soldati in trincea, racconta il ripiegamento dei nostri ragazzi dopo la disfatta di Caporetto, la perdita, le fucilazioni da parte degli ufficiali per tradimento. Un tradimento che di fatto non ci fu, ma che aiutò quegli ufficiali a nascondere col sangue dei loro stessi soldati la loro inadeguatezza, le loro decisioni sbagliate. È una canzone da pelle d'oca, che ci racconta il nostro Orrore”.
Il biglietto di ingresso è di 7 euro, ma ai "crawdfunder" è riservata un'entrata ridotta nominale a 5 euro.