La rilevazione della Camera di commercio per il quarto trimestre
MANIFATTURIERO TREVIGIANO A CRESCITA ZERO A FINE 2016
Reggono le piccole imprese, le medie penalizzate dall'export
All'interno dell'andamento generale, la periodica analisi curata dalla Camera di commercio, nell'ultimo trimestre 2016 evidenzia dinamiche piuttosto diverse in base alla classe di imprese: per le piccole aziende (10-49 addetti) la crescita si attesta su un più 2% annnuo, mentre entra, seppur di pochissimo, in territorio negativo (meno 0,1%) per le medie imprese (50-249 dipendenti).
Come per la produzione, anche la variazione tendenziale del fatturato (praticamente piatta: più 0,2%) nasconde una “forbice” ancora più ampia nelle performance tra piccola impresa (per loro è del 2,6% la crescita del fatturato totale su base annua) e media impresa (per la quale invece il fatturato totale risulta in flessione dell'1,8%).
Il fattore che in questo momento pare penalizzare di più la performance del manifatturiero trevigiano è il rallentamento di determinati mercati esteri. Un fattore che, appunto, colpisce maggiormente la media impresa: il fatturato estero di questa tipologia cala del 3,7%, a differenza di quello delle aziende di dimensioni inferiori, in recupero di 4,8 punti.
“E’ stato un anno in cui il commercio mondiale ha rallentato molto, ed era inevitabile che ne sentissimo gli effetti, soprattutto in un territorio come Treviso fortemente orientato all’export – commenta il presidente della Camera di Commercio, Mario Pozza -. Ma le cose sembrano migliorare per il 2017. Lo dicono gli analisti internazionali. Lo vediamo già dalla raccolta ordini dall’estero, che torna ad accelerare tanto a Treviso (+4,4% rispetto all’anno scorso) quanto a Belluno (+11,3%).
“Quello che preoccupa – precisa Pozza – è il consumo interno che può riservare sorprese negative al mercato. Una delle cause è il dibattito politico di questi ultimi mesi che crea molte incertezze. E’ ben visibile che l’attenzione del Governo non è concentrata sul rilancio dell’economia, tant’è vero che non si prendono provvedimenti solleciti e ciò crea incertezza, incide negativamente sul clima di fiducia e contribuisce a frenare la ripresa dei consumi. Non ci sono, infatti, informazioni sulla natura degli interventi che andrà a fare la manovra correttiva che ci richiede Bruxelles. I cittadini italiani, le famiglie, le imprese sono in attesa di sapere dove il Governo andrà a colpire, quali nuove accise verranno introdotte per realizzare la manovra correttiva. Così nel frattempo frenano i consumi nell'ottica della pianificazione delle risorse e degli investimenti”.