CROCETTA DEL MONTELLO - L’Italia è il paese con il più alto tasso di biodiversità in Europa e, nel 2014, Villa Sandi ha iniziato a coltivare il 20% delle vigna di proprietà seguendo le indicazioni della World Biodiversity Association (WBA) e impegnandosi a ridurre l’impatto delle lavorazioni sull’equilibrio biologico dell’ambiente. Nel 2016, dopo tre vendemmie, l’azienda trevigiana ha ottenuto la prima certificazione internazionale “Biodiversity friend” secondo i parametri del WBA. La certificazione, che è una misurazione espressa in 100/100, conferma la messa in pratica di pratiche agricole atte al mantenimento e all’incremento della biodiversità nell’agrosistema e che migliorano la qualità di aria, acqua e suolo.
“L’adesione al protocollo per la biodiversità non è un progetto isolato nella storia del nostro Gruppo – afferma Giancarlo Moretti Polegato, Presidente di Villa Sandi – ma la naturale evoluzione di una cultura aziendale che da sempre mette in campo politiche per la tutela dell’ambiente. Siamo nati e viviamo in questo territorio, e vogliamo aumentare l’impegno per la salvaguardia dell’agrosistema nelle nostre vigne, per la salubrità dei nostri prodotti e per la bellezza dei nostri paesaggi”. Essere “Biodiversity Friend” significa adottare un sistema virtuoso di agricoltura e garantire la conservazione della fertilità dei suoli, una corretta gestione delle risorse idriche e l’utilizzo di energia rinnovabile, ma anche il controllo delle infestanti e dei parassiti attraverso metodi a basso impatto ambientale, la diffusione di siepi campestri e di specie nettarifere.
La misurazione verrà effettuata da WBA con cadenza annuale e Villa Sandi si è impegnata in un percorso di miglioramento continuo dove il punteggio dovrà essere gradualmente e costantemente incrementato.
Tra pochi giorni, in occasione di Prowein (19-21 marzo 2017), la più importante fiera vinicola a livello internazionale, il Gruppo presenterà il primo Prosecco DOCG “Biodiversity Friend” nato dalla vendemmia di vigne Villa Sandi.
Villa Sandi, un centinaio di dipendenti diretti, 26 milioni di bottiglie prodotte ed esportate in 92 paesi nel mondo, ha chiuso il 2016 con 88 milioni di euro di fatturato, in aumento del 20%. Di fronte ad aziende del prosecco acquisite da grnadi gruppi o fondi stranieri, Moretti Polegato ribadisce la volontà di compiere, a proprio volta, nuove espansioni: si guarda, in Veneto, all'area dell'Amarone, mentre in Toscana tra gli obiettivi potrebbero esserci vigneti di Brunello.
L'imprenditore punta a rafforzare accordi commerciali e consorzi tra case vitivinicole "una soluzione per il frammentato mondo del vino italiano". Riuardo al fenomeno prosecco, pur non escludendo ulteriori, limitate crescite, ritiene sia stato raggiunto un equilibrato potenziale produttivo: "Più che inseguire il miliardo di bottiglie - dice - qualifichiamo ancor più l'attuale mezzo miliardo". Tra le stategie, quella di potenziare una promozione comune tra le denominazioni, ad esempio creando un unico grande evento di rilevanza internazionale. Moretti Polegato, tuttavia, nega che la nascita della Doc abbia penalizzato il prosecco Docg "che anzi si vende meglio soprattutto all'estero".