Arman: "Grande risultato che il 30% dei soci abbia resistito alle sirene"
VENETO BANCA E BPV, LE TRANSAZIONI CON I SOCI SONO VALIDE
Le due ex popolari pagheranno 440 milioni di indennizzi
Il cda del gruppo montebellunese, infatti, ha deliberato la rinuncia da parte della banca alla cosiddetta "condizione sospensiva" rappresentata dal raggiungimento della soglia dell’80% delle adesioni e di procedere, conseguentemente, al versamento del riconoscimento economico spettante agli azionisti che abbiano accettato l'offerta.
Alla proposta, rivolta a circa l’85% della base sociale (pari a circa 75mila soci), hanno aderito complessivamente 54.374 azionisti (il 72,6% circa del totale), portatori del 67,6% delle azioni interessate.
L’ammontare complessivo del riconoscimento economico spettante agli azionisti aderenti- fa sapre una nota del'istituto - è pari a 248,5 milioni di euro e verrà erogato entro 5 giorni lavorativi.
Inoltre, alla luce dell’efficacia dell’offerta di transazione e come già annunciato in data 7 marzo 2017, il cda ha deliberato l’avvio a breve dell’“Iniziativa Welfare”, con la quale verrà messo a disposizione un fondo per complessivi 30 milioni di euro a sostegno degli azionisti che versano in condizioni disagiate.
Allo stesso modo anche il cda di BpV ha deciso di dare coroso effettivo all'offerta di transazione. Il 19 aprile sarà pagato il corrispettivo, pari a 192,8 milioni di euro Per il gruppo berico hanno aderito 66.770 azionisti (71,9%), portatori del 68,7% delle azioni. L’8 maggio parte il fondo per gli azionisti in condizioni disagiate.
La validità dell'offerta di transazione è stata commentata anche dai rappresentanti delle associazioni degli azionisti.
Molto critico Andrea Arman, del Coordinamento Don Torta: “Le banche sarebbero state sciocche a rifiutare un affare dove hanno guadagnato l'85% sul potenziale debito. Un ottimo affare. L'avrebbero conclusa anche al 50%, come è chiaro che le banche non falliranno”. Arman, aveva sollevato dubbio fin dall'inizio: “Ora faranno il secondo affare con la gestione dei crediti deteriorati”. La maggioranza dei soci ha aderito? “Non poteva essere altrimenti vista la campagna di convincimento senza precedenti messa in atto. Che un 30% dei risparmiatori non abbia ceduto alle sirene è un grandissimo risultato, dimostra che in questa regione c'è davvero la volontà di cambiamento. Considerato quanto hanno investito in questa operazione, le due banche avrebbero potuto dare l'importo ai risparmiatori con un risultato totalmente diverso sul piano del recupero della fiducia. Ma la verità è che non interessa la fiducia, perchè Atlante non intende fare il banchiere”.
Francesco Celotto, vicepresidente dell'Associazione soci banche popolari venete, ritiene la conclusione logica: "Secondo me neppure si aspettavano di arrivare a questa quota. Ho sentito che pagheranno entro pochi giorni (5 lavorativi, ndr): significa che vogliono procedere in fretta alla fusione. Se quello è il destino, a questo punto, meglio far presto, perchè ogni mese che passa le banche perdono soldi”. Per Celotto, tuttavia, la partita potrebbe non essere del tutto chiusa: “Se con una gestione accurata dei crediti deteriorati si riesce a recuperare qualcosa in più, sarebbe doveroso trasferire almeno parte di questo importo ai vecchi soci azzerati”. Ma anche con un “warrant” (in estrema sintesi, una sorta di “opzione” sul rialzo futuro del valore dei titoli). Proprio per sostenere queste ipotesi, l'associazione punta ad aggregare altri soggetti.
Secondo Giovanni Schiavon, fondatore dell'Associazione Azionisti Veneto Banca ed ex vicepresidente dell'istituto (per questo, per regolamento, era escluso dall'offerta), il completamento della transazione prova soprattutto un fatto: “Che la gente del Veneto, nonostante tutto, si comporta con la testa sulle spalle dimostrando un senso di civiltà e una compostezza, che altrove non ci sarebbero stati e che, forse, il paese non merita”.
Sugli interventi futuri, in particolare da parte della politica, Schiavon non nasconde le sue perplessità “Guardiamo, ad esempio, la commissione bicamerale d'inchiesta sulle banche. Ha il compito di individuare le cause del disastro del sistema bancario, ma si è deciso che non dovrà occuparsi della riforma delle banche popolari, varata dal governo Renzi. Mi pare proprio una presa in giro”.