"Ora si mantengano le insegne e la presenza territoriale"
"CHI PARLA DI SVENDITA DELLE BANCHE VENETE, HA CONTRIBUITO A SPOLPARLE"
La senatrice Laura Puppato sul decreto del governo
Puppato attacca le strumentalizzazioni politiche della vicenda: "Le banche sono andate in crisi perché per anni hanno prestato denaro a chi non poteva o magari neppure era tenuto a restituirlo, senza vincoli e senza firme, costruendo al contempo imperi finanziari che avevano la stessa solidità di castelli di carta. Quando il Fondo Atlante intervenne, il fallimento era un’ipotesi più che fondata, mentre oggi è stata sventata oggi con Intesta può iniziare un nuovo percorso". Per questo la senatrice non nasconde l'amarezza nel constatare che quanti ora gridano allo scandalo e alla svendita delle banche venete, sono gli stessi che hanno contribuito ad alimentare in questi mesi la sfiducia e la fuga dei capitali in questi mesi: "Le battutine sul costo di un euro sono davvero fuori luogo, visto che non è il valore dell’acquisto della proprietà a determinare il futuro delle popolari, ma la loro capacità di creare un giro d’affari e Intesa, ricordo, dovrà metterci, nella migliore delle ipotesi, 1,2 miliardi di euro solo per l'ulteriore ricapitalizzazione, quindi, quanti oggi arricciano il naso e dicono che per un euro la comprano anche loro, rispondo di accomodarsi e presentare la propria offerta. Strano a dirsi ma sono gli stessi che hanno contribuito a spolparle le banche in questo periodo, creando condizioni di aggressione e di sfiducia che hanno allontanato investitori e clienti. Strano a dirsi, ma fuori dal Ministero non c’è la fila per quello che dovrebbe essere l’affare del secolo”.
Per l'esponente trevigiana di Palazzo Madama, le due ex popolari devono mantenere la loro insegna e la loro presenza territoriale: "Cosa che è possibile solo a determinate condizioni, la bad bank si assumerà gli oltre 15 miliardi di npl (i crediti deteriorati, ndr) dei due istituti, che potranno comunque servire a costituire un tesoretto di un certo valore, da valutare in una forbice che può andare dal 10 al 50%, capace di far recuperare almeno in parte le perdite. L’operazione Veneto Banca e Popolare di Vicenza procede e sarebbe auspicabile da parte della Regione e delle opposizioni una fattiva collaborazione, almeno per non far prevalere la logica del muoia Sansone e tutti i Filistei".