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Questo il primo progetto del gruppo Zanardo dal 2015 proprietario dell'area
AREA EX PAGNOSSIN, DOPO L'ABBANDONO NUOVA VITA VOTATA ALL'ARTE
Una prima mostra Stanze, nata dalla collaborazione con Romano Abate
ZERO BRANCO - Ci sono luoghi che raccontano una storia umana, ricca di bellezza. Anche quando dopo anni di abbandono vengono riscoperti per finalità commerciali o logistiche ma questa storia di bellezza emerge più forte di qualsiasi progetto umano e cambia i programmi umani.
E’ la storia dello stabilimento ex Pagnossin, spazio a vocazione artigianale, eccellenza nella manifattura della ceramica artistica in tutto il secolo scorso, fino ai primi anni duemila quando in seguito all’acquisizione e fallimento da parte di un gruppo estero cade in stato di abbandono.
Una storia che ora sta per ricominciare grazie proprio alla predisposizione alla bellezza che permea le pietre di questo stabilimento e alla sensibilità della famiglia Zanardo che ha saputo leggere il potenziale dell'area.
Una storia che ricorda la fenice che rinasce dalle ceneri: un vecchio capannone artigianale abbandonato e peraltro vandalizzato negli anni ora recuperato per rinascere a nuova vita.
Ecco un estratto dell'intervista ai nostri due ospiti, l’imprenditrice Angelica Volta Zanardo e l’artista Romano Abate, con cui parleremo di questo luogo, acquisito recentemente dal gruppo Zanardo, l’area Ex Pagnossin, sita in via Noalese a Zero Branco.
Comincerei proprio da Angelica Volta Zanardo coordinatrice di questa iniziativa, da dove nasce?
“Colgo l’occasione per raccontare questa storia, una storia ricca di sorprese, entusiasmante che speriamo possa avere un seguito proprio come sono le fiabe.
La storia ha inizio dall’acquisto da parte del gruppo Zanardo dell’area Ex Pagnossin nel dicembre 2015.
Con una destinazione che doveva essere solo logistica.
Trattandosi di un’area dismessa dal 2007 era stata oggetto di numerosi vandalismi e che avevamo trovato in situazioni disastrose, purtroppo. Però all’interno si respirava questo fascino di archeologia industriale che non ci ha lasciati indifferenti.
Sono state proprio queste affascinanti pietre che hanno bloccato completamente il progetto iniziale di adibire l’area a sito logistico. Respirando i profumi, perché ancora all’interno siamo riusciti a trovare vecchi stampi e vecchie matrici, quando si entra in quelle stanze in cui sono state raccolte, riordinate, ripulite si respira ancora il profumo dell’argilla, del lavoro degli operai, un’aria diversa che ci ha bloccati."
Cosa ha suscitato dunque in voi, gruppo Zanardo?
“In realtà come tutte le storie durante il percorso queste si possono modificare e poi vengono riscritte da chi se ne innamora. In questo caso l’imprenditore Damaso Zanardo ha avuto proprio questo sentimento e ha deciso di ricreare un futuro a quest’area”
Una visione che ha aperto la strada ad un’ampia collaborazione con enti e realtà autorevoli del nostro territorio che permettessero di affrontare in modo multidisciplinare e complesso una questione non banale relativa alla riqualificazione dell’area.
“E’ la prima volta che un imprenditore blocca un suo progetto - spiega Volta Zanardo - e da spazio ad una collaborazione, in questo caso con IUAV, rappresentato dal rettore il professor Ferlenga, e dal Ciset turismo, rappresentato dalla professoressa Manente, per avviare un progetto di rigenerazione urbana dove si è dato spazio e si è tenuto conto del territorio per riuscire a coordinare assieme le idee e le esigenze che il territorio può avere.
All’interno di questo master plan e con l’aiuto della professoressa Vettese che ci propone un progetto riguardante il settore artistico c’è in previsione questo bello spazio di residenza degli artisti.
Nel frattempo mentre stanno continuando a sorgere idee si sta continuando a creare un gruppo.
Un mare di idee in fermento perché con tante menti, dell’università, del turismo, molte menti giovani che sis tanno organizzando per creare una risposta soddisfacente e in mezzo a tutte queste idee si è creta una parte di iniziativa del settore arte-cultura con l’avvio di proposte che vedono protagonisti artisti nostri locali di un certo spessore che ci stanno rendendo felici di questa collaborazione e che stanno dando ad un’area che già di per sé parla ma aveva bisogno di chi la facesse parlare bene, ad un’esposizione stupenda."
“Questa collaborazione tra imprenditori ed artisti è una cosa inedita. - commenta l'artista Romano Abate - Finalmente è dall’impresa che parte l’invito agli artisti. Posso citare l’esempio della grande mostra del 2015 per celebrare il 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, di solito siamo noi artisti a chiedere degli spazi per mostre di rilevo.
Questa volta è diverso. Ci viene chiesto presentateci dei progetti, senza progetti non si va avanti con la cultura e con l’arte. Bisogna che ci sia un progetto alto, controllato, verificato, comunicato e attuato. Attuarlo di per sé non è un problema.
In questa prima sono quattro gli artisti coinvolti, Cristiano Baggio, che è stato promotore di questo progetto, Giovanni Casellato e Angelo Brugnera oltre a Romano Abate.