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LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

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Sabato 8 luglio dalle 16.30 a Castello di Godego “Un borgo di ville”

CENTORIZZONTI, IL GRANO DIVENTA RACCONTO DI VITA E TEATRO

Al Barco Mocenigo lo spettacolo del Teatro delle Ariette


CASTELLO DI GODEGO
- Un’incantevole immersione nel paesaggio di villa è quello che attende i visitataori sabato 8 luglio a Castello di Godego con il pomeriggio “Un borgo di ville”, nell’ambito programma 2017 di Centorizzonti Paesi&Paesaggi.
Un primo momento sarà dedicato alla visita di Villa Priuli (alle 16.30), con attenzione ai suoi affreschi e al museo civico archeologico, e del parco romantico con laghetto della settecentesca Villa Mocenigo Garzoni Martini , mentre sul far della sera, alle 19.00, al Barco Mocenigo spazio al teatro conTutto quello che so del grano” di Paola Berselli e Stefano Pasquini (attori nello spettacolo insieme a Maurizio Ferraresi), con la scenografia e i costumi del Teatro delle Ariette e la regia Stefano Pasquini, e a seguire il convivio.

Al pomeriggio, per godere del complesso urbano, il borgo di ville, la strada verrà chiusa al traffico e si potrà accedere a piedi, potendo raggiungere con una piacevole passeggiata sia Villa Priuli che Villa Mocenigo e il Barco. Queste ultime due location sono private e saranno aperte al pubblico eccezionalmente per il pomeriggio Centorizzonti.
La sera, invece, spazio al teatro. “Tutto quello che so del grano” rappresenta un nuovo percorso di ricerca della compagnia bolognese Teatro delle Ariette verso un teatro umano e necessario, civile e poetico che si trasforma in alcune condizioni da percorso personale a evento collettivo, dove ognuno, con la propria presenza, diventa l’artefice di quell’incontro magico chiamato Teatro.
Nel contesto del Barco (e non barchessa, per la sua destinazione non solo rustica ma anche residenziale e di rappresentanza) della villa settecentesca, che come tutte le ville venete non era unicamente destinata allo svago dei proprietari ma era anche soprattutto un complesso produttivo agricolo, diventa naturale parlare del grano, che nasce dal sapere dell’uomo, e lo spettacolo è una sorta di pausa, una meditazione collettiva su quello che sappiamo di noi stessi, dei nostri simili e della terra che abitiamo. "Alle soglie deisessant’anni,- spiega Paola Berselli, autrice e attrice sul palco con Stefano Pasquini e Maurizio Ferraresi - qualcosa devi pure avere imparato, qualcosa devi sapere, e questo qualcosa non puoi tenerlo per te, perché fai teatro, perché sei un’attrice. Quel “sapere” che cerchiamo, che vogliamo ascoltare e raccontare non è solo un sapere scientifico. Cerchiamo piuttosto di condividere un sapere intuitivo e sentimentale, che appartiene al campo dell’esperienza materiale: i ricordi, le emozioni, i sentimenti, la farina, l’acqua, il pane e il vino”.

“Tutto quello che so del grano” è fatto pertanto di pochi, semplici elementi - una lettera, una focaccia, un uomo e una donna, la campagna e il teatro - ed è uno spettacolo “a forma di imbuto”: quando si arriva al collo dell’imbuto, se si vuole passare di là, bisogna fare i conti con quello che si è, con la materia di cui si è fatti. Noi vogliamo passare di là, attraversare il buio di questo presente e arrivare nell’aperto, in quel posto dove sbocciano i fiori a non finire, per immaginare un altro mondo, un futuro possibile, luminoso, fosse anche tra migliaia di anni.
E mentre si impastano e si infornano le focacce da consumare poi con il pubblico, attorno a un bicchiere di vino, si condivide un’altra tappa quotidiana di un uomo e una donna, Stefano Pasquini e Paola Berselli, che vivono insieme da più di trent’anni continuando a coltivare la terra e a fare teatro.
Il grano, al quale è intitolato loro lavoro, è l'infanzia di Paola, la sua origine, il suo primo per sempre. Negli anni Pasquini è diventato un gran maestro del grano, un fine conoscitore di farine, di focacce, di pane, un esperto delle origini di sua moglie: è diventato la sua altra origine, fino a desiderare d'averla incontrata da bambina, per crescere con lei, per essere davvero sempre stato la sua famiglia, il suo ritorno.
In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà a Villa Priuli.
Posti limitati, prenotazione necessaria ai numeri 041 412500, 3409446568.
Al termine dello spettacolo seguirà il convivio, del quale faranno parte anche le focacce preparate in scena.

L'intervista a Stefano Pasquini del Teatro delle Ariette e al Maestro Ugo Gazzola, restauratore e curatore dei lavori di recupero del Barco Mocenigo.

Dopo questo appuntamento, Centorizzonti Paesi&Paesaggi tornerà a settembre con le ultime due proposte del programma 2017.