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La nostra rubrica sul mondo golfistico a cura di Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/181: SUPER FRANCESCO MOLINARI, SECONDO AL PGA CHAMPIONSHIP
A Charlotte l'azzurro protagonista nel torneo dei pro Usa
Fin qui è teoria, perché poi i grandi campioni possono sempre tirar fuori l’asso dalla manica. In un evento di questo livello, quando è di scena l’élite mondiale, ci sono tanti altri in grado di fare la differenza, e un consistente numero di outsider pronti a far saltare ogni pronostico. Pensiamo ai grandi nomi, soprattutto tra i top ten, che se anche di recente non hanno brillato, si potevano trovare pronti a emettere l’acuto: Dustin Johnson, Sergio Garcia, Jon Rahm, l’australiano Jason Day, gli svedesi Henrik Stenson e Alex Noren, l’americano Rickie Fowler. Per il campione uscente Jimmy Walker, che non vinceva proprio dal PGA Championship 2016, il credito era modesto. Lo scorso anno sorprese il mondo, ma poi non ha vinto più nulla. Francesco Molinari ha giocato poco negli ultimi tre mesi, e questo spiega una certa lentezza a trovare il passo giusto. Per presenze nei major è al secondo posto, e questo è l’unico in cui non è mai uscito al taglio.
Il Campo: nato nel 1959 dalla matita dell’architetto George W. Cobb, sfoggia un percorso rivisitato nel 1986 dal grande Arnold Palmer; di recente sono state modificate alcune buche, per renderlo maggiormente idoneo ai major.
Alto il montepremi: 10.500.000 dollari. Un po’ di cronaca:
Primo giorno - in una classifica in cui quasi tutti i big sono in buona posizione, sono in vetta con 67 colpi (-4), l’americano Kevin Kisner e il danese Thorbjørn Olesen, che hanno marciato di pari passo con sei birdie e due bogey. Alle spalle con 68 (-3), il gruppo Brooks Koepka, Chris Stroud, Darren Andrew ("DA") Points, Grayson Murray e Gary Woodland. Ritardi pesanti per l’iberico Sergio Garcia, 80°, per l’inglese Justin Rose, per Bubba Watson, e Phil Mickelson. Francesco Molinari inizia al 44° posto con 73 colpi: due bogey in uscita, (alla 4 e alla 8), mitigati da un birdie alla 7, poi altro bogey alla 14, fissa il 73.
Nel secondo round, dov’è previsto il taglio, che come di consueto miete le sue vittime illustri, rimangono in gara solo i primi 70. È grande rimonta di Francesco Molinari, che con un parziale di 64 colpi (-7), miglior score di giornata, dal 44° vola al quarto posto. È ora a tre colpi dai leader Hideki Matsuyama e Kevin Kisner, inseguiti dall’australiano Jason Day. In difficoltà, con poche speranze di competere per il titolo, il leader Dustin Johnson, il nordirlandese Rory McIlroy, e lo svedese Henrik Stenson, 31esimi. Jordan Spieth, 46° con 145, vede purtroppo sfumare il miraggio del “grande slam”, che avrebbe potuto realizzare con questo ultimo major stagionale. Evita il taglio per un pelo l’australiano Adam Scott, 70° con 147, e gettano la spugna, tra gli altri grandi, gli spagnoli Rafa Cabrera Bello e Sergio Garcia. Dopo uno stop per pioggia di circa un’ora e mezza, con 25 giocatori ancora in campo, il giro ha subito la sospensione per oscurità. Tra loro c’è il texano Chris Stroud, che è nella stessa posizione (-5) di Molinari, e che deve giocare ancora cinque buche. Domani potrebbe far cambiare la classifica provvisoria. Francesco Molinari, affiancato dal sudafricano Louis Oosthuizen, è partito dalla 10 con un gran ritmo: ha aperto con due birdie, aggiungendone altri due prima del giro di boa in cui c’è stata la sospensione per pioggia. Alla ripresa non gli è mancata l’iniziale energia, e con un eagle e un birdie in sequenza, ha fatto scendere lo score di altri tre colpi sotto par. Una rimonta davvero epocale! Il 25enne giapponese Hideki Matsuyama, vincitore domenica scorsa del WGC Bridgestone Invitational, ha segnato sette birdie senza bogey, il 33enne Kevin Kisner, fortunato di giocare al mattino, ha realizzato un eagle, tre birdie e un bogey, ed è rimasto per il resto della giornata, tranquillo in club house.
Impietoso, il taglio miete come al solito le sue vittime illustri, tra cui figurano gli spagnoli Rafa Cabrera Bello e Sergio Garcia, Phil Mickelson e Jimmy Walker, detentore del torneo.
A un giro dal termine Francesco Molinari rimane in alta classifica, settimo, con 211. È a cinque colpi dal leader Kevin Kisner, che rimane da solo al comando a “meno 10”. Secondi, a un colpo, Hideki Matsuyama e Chris Stroud. Quest’ultimo, dopo la conclusione al mattino del secondo turno sospeso la sera precedente, con le cinque buche che aveva ancora da giocare ha fatto scendere Molinari dal quarto al quinto posto.
Il gran finale - Con una eccezionale prestazione da far inorgoglire l’Italia, Francesco Molinari è secondo, con 278 colpi (-6), alla pari con Patrick Reed e con il sudafricano Louis Oosthuizen. Come detto in premessa, il finale può sempre riservare sorprese, non tener conto delle previsioni. Il titolo, infatti, dopo un ultimo giro in cui è stato espresso un gioco di grande caratura, è andato a Justin Thomas, al primo torneo del grande slam: lo ha vinto con 276 colpi (-8). Il 24enne del Kentucky è venuto alla ribalta con tre titoli conseguiti a inizio stagione, ed è al quinto successo in carriera. Fa parte di una famiglia strettamente legata alla PGA: figlio del Pro di lunga data Mike Thomas, suo nonno Paul Thomas era il Pro del Zanesville Country Club in Ohio. Con il conseguimento di questo titolo Thomas esce dall’ombra, e prende posto tra le giovani élite del Golf. Intasca una cifra pari a 1 milione e 660mila dollari, a far gioire genitore e nonno.
Ma godiamoci il meritato successo di Chicco Molinari. L’azzurro ha riportato lo stesso risultato ottenuto da Costantino Rocca nell’Open Championship del ’95. Con questa prova ha dimostrato di potersi imporre con i più grandi giocatori, porta a casa la rinnovata fiducia, e una grossa fetta del premio in denaro: 1.045.000 dollari! Complimenti Francesco.
Durante la manifestazione è stata presentata una proposta, che vede il favore di molti, di anticipare questo torneo a maggio. Sostenitore di questa idea, è il nordirlandese Rory McIlroy, due volte vincitore del PGA Championship, e detentore del record nel percorso, con 61 colpi. L’inizio dei major ad aprile, permetterebbe di giocarne uno al mese, e darebbe maggior spazio alle altre grandi manifestazioni: la FedEx Cup, la Presidents Cup, e la Ryder Cup.
Paolo Pilla