Gli specialisti non erano in servizio, ma sono stati avvertiti dai colleghi
SABATO NOTTE I CHIRURGHI TORNANO IN OSPEDALE E SALVANO UN PAZIENTE
Un 45enne al Ca' Foncello con un tumore benigno al cervello
Protagonisti della “corsa operatoria” contro il tempo così brillantemente portata a termine sono due chirurghi del Ca’ Foncello di Treviso: il dottor Massimo Sonego, dell’Otorinolaringoiatria (diretta dalla professoressa Cristina Da Mosto) e il dottor Alessandro Fiorindi della Neurochirurgia (diretta dal professor Luigi Longatti). La sera di sabato 5 agosto, entrambi non erano di servizio e nemmeno reperibili, anzi tutti e due si trovavano fuori Treviso, uno addirittura ad una cinquantina di chilometri. Per la loro nota esperienza ed elevata competenza nella patologia ipofisaria, ognuno nella rispettiva specialità, sono stati contattati dai colleghi in servizio per una consulenza sul caso di un paziente appena entrato in ospedale.
Il soggetto – un quarantacinquenne straniero, in Italia per lavoro presso un’azienda trevigiana – accusava cefalea intensissima, confusione mentale sempre più grave, importante perdita della vista. I sanitari avevano subito riscontrato che la causa era nell’improvviso e progressivo ingrandimento di un adenoma ipofisario mai riscontrato prima, come conseguenza di un’emorragia interna. Monitorato attentamente dai medici e il personale della Terapia Intensiva di Neurochirurgia, per il paziente veniva previsto un intervento chirurgico nelle prime ore di domenica mattina. Durante la serata, però, le condizioni riprendono ad aggravarsi: le dimensioni raggiunte dall’adenoma causavano la compressione di importanti strutture endocraniche provocando ischemia, infarto cerebrale, e una cecità sempre peggiore a causa dell’incrocio dei nervi ottici. Situazioni che hanno imposto ai medici di procedere subito all’intervento al fine di assicurare le più alte probabilità di evitare danni neurologici permanenti e salvare la vista. E’ a questo punto, durante un altro scambio di pareri telefonici, che il dottor Fiorindi e il dottor Sonego offrono simultaneamente ai pur bravi ed esperti colleghi la disponibilità a raggiungerli in sala operatoria di Neurochirurgia dove tutta l’equipe era già pronta.
“Il dott. Fiorindi ed io collaboriamo e facciamo abitualmente squadra per la terapia chirurgica della patologia ipofisaria - spiega il dr. Sonego – questo caso non era certamente consueto e semplice. Di conseguenza, pur consapevoli e certi della bravura e dell’esperienza dei colleghi, nel caso specifico ci siamo sentiti coinvolti in prima persona. Siamo certi che moltissimi altri colleghi, per altri campi della chirurgia, avrebbero certamente e senza problemi interrotto la cena con gli amici o i passatempi di un sabato estivo per fare esattamente quello che abbiamo fatto noi”.
“Il post-operatorio – prosegue il dr. Sonego - ci ha confortato nella scelta di intervenire immediatamente in quanto già due giorni dopo, lunedì, il paziente era lucido, orientato, aveva recuperato immediatamente la vista all’occhio destro e riferiva un miglioramento della vista anche all’occhio sinistro rispetto al giorno prima, quando ancora non si era manifestato un recupero. Le condizioni cliniche hanno continuato a migliorare nei giorni successivi e attualmente il paziente è già stato dimesso dalla terapia intensiva e trasferito in reparto di degenza”.
“Disporre di simili risorse professionali – pone l’accento il Direttore generale Francesco Benazzi – è una grande ricchezza per l’Azienda. Il caso di cui stiamo parlando richiede competenze chirurgiche specifiche che non sono disponibili in tutti gli ospedali ma solo in alcuni, considerati centri di riferimento. Non si può che apprezzare la disponibilità dei dottori Sonego e Fiorindi. Hanno dimostrato la passione per il lavoro e la volontà di fare tutto ciò che è in nostro potere per una persona con gravissimi, ma forse ancora rimediabili, problemi di salute. Sono comunque convinto che non si tratta di un gesto personale ed isolato: fa parte della quotidianità di questa azienda, dove la stragrande maggioranza dei professionisti e degli operatori lavora con assoluta abnegazione e consapevolezza del suo ruolo nei confronti del paziente”.