Il trasloco alle Cantine Brandolini non ha intacca la suggestione
CANTI E LETTURE, EMOZIONE E SPERANZA RICORDANDO LE "PENNE MOZZE"
Gli alpini di Vittorio Veneto "in marcia" verso il Triveneto 2018
“…ma gli alpini non hanno paura…” si canta con vigore. L’appuntamento nel Bosco è rinviato al prossimo anno e le cantine Brandolini hanno sopperito alla grande consentendo di accogliere il numeroso pubblico convenuto per godere l’originalità e l’emozione dell’intero evento.
Il presidentee Francesco Introvigne ha accolto, a nome di tutti gli Alpini della Sezione di Vittorio Veneto, gli ospiti e gli spettatori ribadendo la propria soddisfazione per quanto proposto e augurandosi che i presenti potessero cogliere i diversi messaggi che parole e canti si proponevano di trasmettere.
Analogo auspicio è stato manifestato dal sindaco di Cison di Valmarino, Cristina Pin che nel suo intervento ha voluto espressamente ringraziare tutti gli Alpini, in primis le "sue" penne nere di Cison, per l’aiuto costante e generoso che offrono alle loro comunità.
Il consigliere nazionale Ana Renato Genovese ha portato i saluti del presidente nazionale condividendo le aspettative di una buona riuscita dell’evento. In una cornice di silenzio rigoroso e condiviso è iniziata la rappresentazione che ha visto contrapporsi, quasi configurando un duetto antagonista, i canti del Coro Ana Vittorio Veneto, da una parte, ed il Coro Alpino Col di Lana, dall’altra, intervallati dalle letture proposte dagli attori recitanti di Teatro Orazero. Letture e canti hanno punteggiato il percorso che gli Alpini in armi hanno tracciato in quasi cento anni della loro intensa attività, transitando per la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, vivendo le difficoltà del dopoguerra, concorrendo nelle attività di Protezione Civile. E’ stato effettivamente un racconto che ha saputo trasmettere il messaggio di testimonianza che ognuna delle 2.404 stèle lanciano al viandante che le scopre ad ogni visita.
“O penna spacàda t'à fato la storia”, recita una strofa del brano Penne Mozze, e la storia raccontata in versi e canti è stata srotolata lettura dopo lettura sino a concludersi in una “silenzio” per tromba solista che ha lasciato tutti emozionati, attoniti, a meditare sui tanti significati che le note affidano alle nostre intime emozioni. Il lungo, lunghissimo applauso ha gratificato gli attori dello spettacolo, ma ha sottinteso anche l’auspicata possibilità che l’evento sia riproposto al Bosco nella sua accogliente atmosfera "con un albero, una stele, erba e roccia, pochi fior”.
Galleria fotografica