MONTEBELLUNA - Al termine di una trattativa lunga e complicata, segnata anche dallo sciopero di 4 ore dello scorso primo settembre, l'assemblea dei lavoratori di Rossignol Lange di Montebelluna mercoledì 13 settembre ha dato parere positivo sulla firma del nuovo accordo aziendale. L'aumento economico del premio di risultato - fermo dal 2009 - sarà garantito a tutti i 120 dipendenti fra operai e impiegati. In particolare i lavoratori della produzione finalmente potranno ottenere un premio che, abbinato ai benefit e alle prestazioni di welfare già in essere, toccherà i 1.000 euro. Per la parte impiegatizia, generalmente non chiamata ad ore aggiuntive in flessibilità, il premio sarà aumentato di 60 euro.
“Siamo soddisfatti - commentano Gianni Boato della Femca Cisl Belluno Treviso e Massimo Messina della Filctem Cgil Treviso - ma non possiamo dimenticare l’amarezza di una trattativa iniziata male, durante la quale i lavoratori hanno vissuto costantemente con la frustrazione di non vedere riconosciuta la propria professionalità, con l'azienda che minacciava di rispondere alle legittime richieste di sbloccare un premio fermo da 8 anni con la chiusura dello stabilimento di Montebelluna. I dipendenti hanno vissuto per mesi con il timore di essere sostituibili e hanno subìto uno screditamento strumentale della loro professionalità. Un particolare ringraziamento va dato alle rsu, che con tenacia, hanno portato al tavolo della trattativa le aspettative dei loro colleghi”.
Dichiarazioni, però, accolte con stupore dalla dirigenza italiana dell'azienda, che le considera una provocazione e un tentativo "di esasperare strumentalmente il clima interno", ricordando come le richieste iniziali dei sindacati fossero "insostenibili". "Pur in un clima esasperato - scrive una nota del gruppo francese -, l’essere riusciti a firmare l’accordo conferma, ancora una volta, la volontà di Rossignol Lange (una delle poche aziende calzaturiere ad avere un contratto aziendale) di individuare soluzioni che diano risposte positive ai dipendenti con costi compatibili. La nostra posizione è stata sempre per il confronto, ponendo sul tavolo proposte concrete ed applicabili, con l’obiettivo primario di valorizzare le specificità di questo sito industriale, dove è ancora attiva una parte manifatturiera per i prodotti di alta gamma. E’ un vero made in Italy, che siamo rimasti tra i pochi a realizzare, e proprio per questo dobbiamo avere un’attenzione costante alla sostenibilità dei costi". La casamadre francese, assicurano i manager, ha intenzione di continuare a investire su Montebelluna, per rafforzarne il ruolo di centro di ricerca e sviluppo. "E’ importante però che vi sia un impegno condiviso che consenta anche in futuro di mantenere la competitività del sito di Montebelluna quale sede di competenze avanzate nell’industria della calzatura sportiva e non solo".