Analisi sul mercato del lavoro trevigiano della Cisl
CRESCONO I GIOVANI ASSUNTI, MA SONO TUTTI PRECARI
Calvagna: "Le imprese abbiano il coraggio di stabilizzare"
Sono i fattori messi in evidenza dalla periodica analisi curata dalla Cisl Belluno Treviso.
Nella Marca, nei primi sei mesi dell'anno il saldo tra assunzioni e cessazioni è in attivo per 8.585 posizioni. Prosegue dunque il recupero rispetto al picco negativo di quasi 31mila posti persi toccato a fine 2014: a giugno il "deficit" è di 8.695 posizioni sui livelli pre-crisi, dimezzato rispetto ad un anno fa. La risalita nel secondo trimestre dell'anno è dovuta soprattutto al sistema manifatturiero (più 70% di occupati nei tre mesi).
E ad entrare nelle aziende sono in particolare i giovani: nel trimestre gli under 30 registrano un saldo tra assunti e cessati pari a 2.125 unità, unica fascia d'età in crescita. Aumentano, però, anche i contratti in somministrazione: più 28%, saldo positivo di 1.290 unità. Due dati che sono in stretta correlazione, per Alfio Calvagna, componente della segreteria confederale interprovinciale della Cisl. I giovani cioè vengono assunti prevalentemente con rapporti atipici: "Così si alimenta la precarietà", conferma Calvagna. Che si inserisce nel dibattito avviato dalla presidente di Unindustria Maria Cristina Piovesana, sulla difficoltà delle aziende a trovare giovani, nonostante la disoccupazione. "Se la crisi è passata, come affermano loro stessi, gli imprenditori abbiano il coraggio di buttarsela definitivamente alle spalle - nota Calvagna - e investano sui giovani collaboratori stabilizzandoli. Se si vuole ridare fiducia al territorio e rendere attrattiva l'industria, come dice Piovesana, occorre offrire forme che possano dare una prospettiva".
Per questo secondo la Cisl occorre favorire, ad esempio, l'utilizzo dei contratti di apprendistato. La somministrazione, al contrario, non riduce il costo del lavoro, ma consente alle imprese di non farsi carico degli oneri di selezione e gestione del personale, assicura maggiore flessibilità e permette maggior controllo sui lavoratori, sotto "ricatto" del timore di non venire rinnovati.
Tornando ai dati, boom anche del lavoro a chiamata, che passa dai 40 contratti del secondo trimestre 2016 al numero record di 1.695 dello stesso periodo del 2017, come evidente effetto dell'abolizione dei voucher.
Tutte le aree mostrano un miglioramento nei saldi delle posizioni da dipendente, escluse Treviso e Pieve di Soligo, i cui saldi nel 2016 erano rispettivamente 40 e 15, mentre nel 2017 erano in ordine meno 395 e meno 115. Per il capoluogo, tuttavia, pesano le cessazioni dei contratti degli insegnanti precari.