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La nostra rubrica sul mondo golfistico a cura di Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLFF/198: SI CONCLUDE IL CIRCUITO EUROPEO FEMMINILE
La protesta delle giocatrici: "Discriminate rispetto ai maschi"
Nella disputa di questa finale “Omega Dubai Ladies Classic”, che si gioca dal 6 al 9 dicembre all’Emirates Golf Club di Dubai, sono cinque le azzurre presenti: Diana Luna, Margherita Rigon, Veronica Zorzi, Stefania Croce e Stefania Avanzo. L’attenzione è però rivolta alle notabili, tra cui di spicco la statunitense Brittany Lincicome e la coreana In-Kyung Kim, che avranno per avversarie proette che, partite dal circuito europeo, stanno ora svolgendo attività negli Usa, dove si trovano economicamente meglio.
Il montepremi non è elevato, è di 426.000 euro.
In barba alle previsioni come talvolta accade, è la thailandese Supamas Sangchan a far parlare di sè oggi: partita con entusiasmo, spara cinque sotto Par, senza bogey, e incassa un 67 che le fa subito guadagnare la supremazia. Fanno notizia le finlandesi Noora Tamminen e Minea Blomqvist, che desiderando onorare la nazione nel giorno del centenario dell'indipendenza della Finlandia, sfoggiano i vestiti con i colori nazionali. E la Tamminen vuole fare di più, celebrare con maggior forza il centenario d'indipendenza del Paese, elabora il colpo del giorno: alla buca 11, Hole in one! Curioso è anche quanto accade alla 19enne australiana Celina Youan: alla buca tre, la sua pallina ha colpito un pappagallo in volo, uccidendolo, e ha tuttavia fatto birdie.
Nella seconda giornata è l’olandese Anne van Dam a vanificare le aspettative della ventunenne thailandese: con sette birdie puliti prende da subito il comando.
Una vecchia conoscenza, l’inossidabile Laura Davies che nell’88 aveva vinto la Solheim Cup giocata in Italia, ha vanificato i suoi cinque birdie, mixandoli con due bogey. All’epoca, memorabile per il Circolo, la Solheim Cup si era giocata al Golf “Cà della Nave” di Martellago, e subito dopo la Davies ricevette dalla Regina la nomina a membro dell'Ordine dell'Impero Britannico per merito sportivo.
Oggi c’è il taglio! Delle Azzurre, l’unica a salvarsi è Diana Luna, con un totale di 145 colpi, ultimo punteggio utile per rimanere in campo. Le altre quattro purtroppo ne escono.
Terzo round: L’olandese Anne van Dam perde un po’ di smalto rispetto a ieri, ma conserva la leadership a -12. Con bello score di 8 birdie e un solo bogey, fa un balzo in avanti la statunitense Angel Yin, che va a dividere la seconda posizione con la svedese Pernilla Lindberg, a -10.
Diana Luna fa un gioco costante, ma non di rilievo; gli odierni 73 colpi, frutto di un birdie e due bogey, la posizionano al n. 60.
E siamo alla conclusione. L’olandesina che nei due giorni precedenti conduceva la gara, oggi non è in forma: incappa subito in un bogey alla uno, si riprende con due birdie in successione, ma ricapitola alla sei. Il doppio bogey alla 10, segna definitivamente la rinuncia alla palma, retta per due giornate. Diana Luna, unica azzurra rimasta in gara, tiene un gioco non brillante, come d’altronde è stato in tutta la gara, incontra un doppio bogey alla 17, e finisce in 61esima posizione.
Parte invece alla grande l’americana Angel Yin: Tre birdie puliti sulle prime nove, le consentono l’immediato sorpasso. Ma non è sola, a dar battaglia, due fortezze volanti che sganciano birdie: la francese Celine Herbin che si regala un impressionante eagles alla 17, e la coreana In-Kyung KIM, che a un solo bogey contrappone ben otto birdie. Ecco allora, che gli spettatori sono gratificati di un supplemento di spettacolo, il play off, tra l’americana, la francese, e la coreana. Si parte dalla buca 18, poi la 17, e così via, se servirà – Alla 18 Angel Yin e In-Kyung Kim fanno entrambe birdie, Celine Herbin manda la palla in acqua, fa 7, e lascia. Si prosegue sulla 17 – la coreana fallisce il suo birdie-putt da sei piedi, fa 4 (par), mentre l’americana chiude in 3 (birdie), e vince. Finito!
Riprendendo i concetti iniziali del loro scontento, è ormai assodato che le proette hanno a disposizione un numero decisamente inferiore di competizioni, e che l’ammontare del montepremi arriva sì e no al 20% di quello dei maschi. Manca loro la liquidità necessaria per autofinanziarsi. Da qualche parte, la responsabilità viene addossata al CEO Ivan Kodabakhsh, che proviene dal mondo della box, con un passato non troppo limpido; ma non è sicuro che sia così… si dice! La cosa certa è che i conti del circuito femminile sono in rosso. Solo sedici sono le gare riservati alle proette, di cui neanche per metà in Europa, a fronte delle quarantotto assegnate ai maschi. “… com’è possibile mantenerci se nei primi sette mesi della stagione ci sono state quattro gare, tre delle quali in Australia, in Cina, in Thailandia, con i relativi costi da sopportare? Non ha più senso giocare in Europa”. - si sfoga una giocatrice che preferisce mantenere l’anonimato, - “dicono che manca l’interesse per il nostro circuito perché è carente la copertura televisiva dei tornei, ma così non è – continua – la colpa è del Ceo che litiga con i promoter, e a noi non ci tiene al corrente”. In realtà, la maggior parte delle giocatrici sono sulle spese. Esaminiamo questo torneo: 268 atlete provenienti da ben 35 nazioni, da tutti i continenti, chi potrà avanzare un po’ di denaro anche in caso di vittoria, con sì magro montepremi? Non resta che sperare in un futuro migliore.
Questi pensieri non passano oggi per la testa di Angel Yin, vincitrice del torneo. La 19enne, nativa di Los Angeles, è riconosciuta giocatrice di altissimo livello. Al secondo posto sul LET per lunghezza, il suo driver copre la distanza di 265 metri. Intasca poco più di 63.000 euro, ma è appagata. Riceve il trofeo dalle mani di Hend Bilselah e Walid Al Attar di Emirates Global Aluminium, e avverte le porte spalancate ad una carriera ricca di soddisfazioni.
Questo torneo è stato anche il canto del cigno per Veronica Zorzi, la 37enne veronese. Aveva deciso che l'Omega Ladies Classic sarebbe stato il suo ultimo evento competitivo dopo 16 anni di tour. Non è riuscita a concludere questa competizione, ma può guardare indietro agli affascinanti ricordi del suo gioco negli Emirati, dove ha avuto brillanti soddisfazioni. Professionista dal 2000, ha ora in programma di trasmettere la sua esperienza alle prossime generazioni: dirigerà un'accademia per ragazzi, a Villa Paradiso di Peschiera del Garda.
Paolo Pilla