La ricerca Confcommercio- Quaeris sui primi giorni di svendite
SALDI INVERNALI "FREDDI": SOLO IL 35% DEI CLIENTI COMPRA
Per quasi metà dei negozianti vendite in calo
La rilevazione, d'altra parte, conferma una perdita di interesse per le svendite di fine stagione, sia da parte dei consumatori, sia da parte degli stessi commercianti.
Tra i primi, neppure 35 su cento dichiarano di aver già comprato qualche articolo in saldo o di avere intenzione di farlo nei prossimi giorni. Chi comprerà, peraltro, non si darà certo a spese folli: la maggioranza del campione (il 53,2%) anzi non stanzierà più di cento euro complessivi e solo il 6% si dice pronto a sborsare da 300 euro in su.
Di conseguenza, per oltre metà dei commercianti il saldo invernale inciderà al massimo per il 5% sulle vendite totali dell'intera annata.
Saldo ormai senza senso? Piuttosto da ripensare, per Guido Pomini, presidente provinciale di Federmoda, la federazione dei commercianti di abbigliamento, calzature e accessori (tre quarti degli acquisti durante i ribassi riguarda quasti articoli). A partire dal collocazione temporale e durata: "Posticiparli a fabbraio e agosto, davvero a fine stagione, per un solo mese, avrebbe effetti positivi sui bilanci di moltissime imprese. Ma ci sarebbero vantaggi anche per il consumatore che potrebbe beneficiare fin da subito di sconti con percentuali consistenti".
Piccola consolazione per gli imprenditori del settore: il 72% dei clienti, anche con gli sconti, preferisce rivolgersi al negozio di fiducia. L'e-commerce, del resto, pur in crescita, rimane per ora affare per pochi: solo il 13% dei consumatori dichiara di acquistare on line abitualmente o comunque in misura maggiore rispetto ai punti vendita fisici. E anche chi compra su internet, cerca solo alcuni generi di prodotti.
Nei negozi trevigiani, comunque, si respira un clima più ottimistico rispetto al recente passato: per il 45,6% degli esercenti nel corso del 2017 (al netto dei saldi) le vendite sono calate, a fronte di un 34,8 incline alla stabilità e il 19,6 che vede un incremento. Ma per il 2018 i commercianti si aspettano uno scontrino medio in crescita: da 66 a 74,5 euro.
"I nostri negozi, al di là della funzione economica, svolgono anche un ruolo sociale - ribadisce Federico Capraro, vicepresidente di Confcommercio Treviso - Presidio del territorio, sicurezza, pulizia, illuminazione di vie e piazze: sono funzioni svolte dagli esercizi commerciali nei centri urbani, insostituibili per una realtà amministrativa. Chiediamo di considerare questo aspetto come fondamentale nella programmazione, nella pianificazione urbana, nella tassazione locale: gli strumenti non mancano”.