TREVISO - Sette minuti di silenzio, scanditi solo dai rintocchi della Torre civica. Il tradizionale rito laico ha segnato, come ogni anno, la commemorazione del 74° anniversario del bombardamento del 7 aprile 1944, il più devastante subito dalla città di Treviso durante la seconda guerra mondiale: oltre 1.600 morti e moltissimi edifici distrutti.
La durata corrisponde proprio a quella del lancio degli ordigni da parte dei bombardieri americani, anche se leggermente sfalsata nell'orario: il bombardamento si protrasse della 13.22 alle 13.29. Per consuetudine ormai consolidata, invece, i rintocchi commemorativi cominciano alle 13.05, quando in città scattarono i primi allarmi, dovuti all'avvistamento degli aerei diretti Mestre (colpita pressoché in contemporanea, così come Ferrara e Bologna).
Dopo la messa celebrata dal vescovo alla Chiesa votiva e la deposizione di una corona di alloro sotto la lapide alle vittime di guerra, nel porticato di Palazzo dei Trecento, una piccola folla si è ritrovata in piazza dei Signori per la consueta manifestazione. L'orchestra degli studenti delle scuole medie Stefani (ma erano presenti anche rappresentanze del liceo Canova e dell'istituto Duca degli Abruzzi) hanno suonato vari brani musicali, intervallati dalla lettura, da parte di Marco Ervas, di testimonianze su quel giorno. Ad asssistere molti rappresenti delle istituzioni locali, in testa il sindaco Giovanni Manildo e il prefetto Laura Lega, ma soprattutto parecchi cittadini comuni, compresi alcuni sopravvissuti del bombardamento.
Manildo, nel suo discorso, ha preso spunto dal salvataggio di Palazzo dei Trecento, gravemente danneggiato da una bomba: "La storia di questo palazzo è la dimostrazione della determinazione di noi cittadini trevigiani: i tedeschi volevano demolirlo: era ridotto a un cumulo di macerie..erano di Paolo Veronese, chiesero tempo per staccarli e salvarono il palazzo... Con ingegno, amore per la proprio storia, senza paura per le proprie ferite si può ricostruire un palazzo tutto intero, si può ricostruire una città tutta intera.