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L'intervista di Paolo Pilla all'esperta di cultura iberica
LA SPAGNA DI ILDEFONSO FALCONES CONQUISTA I TREVIGIANI
Brani dello scrittore recitati da Carla Povellato alla libreria Lovat
Non potevano avere più degna presentazione i quattro romanzi di Ildefonso Falcones: il loro contenuto ricco di patos ha gremito il locale di spettatori, che hanno ascoltato in totale silenzio i brani sentitamente recitati dalla poetessa Carla Povellato. Trevisana, Carla ha anche un sentire tutto spagnolo, lingua che parla molto bene. Se la bella musica è valorizzata da un bravo concertista, altrettanto viene maggiormente apprezzata la bella prosa recitata nelle giuste modulazioni.
Ildefonso Falcones de Sierra è un avvocato spagnolo specializzato in diritto civile, ma la sua notorietà si è impennata come autore del romanzo storico “La catedral del mar”, il suo primo romanzo diffuso nel 2006 a Barcellona, ebbe immediato successo: del suo libro, un milione di copie sono state vendute in Spagna. Successo lo ebbe anche nel mercato internazionale, e nel 2007 vinse in Italia il Premio letterario Giovanni Boccaccio. Nel 2017, fu molto seguito lo sceneggiato tratto da "La cattedrale del mare", trasmesso dal canale spagnolo Antena 3.
Non sono da meno gli altri tre romanzi presentati: “La mano de Fátima”, “La reina descalza”, “Gli eredi della Terra”. Sempre, la penna di quel fiero hidalgo, avvince il lettore.
Ho avuto l’opportunità di ricevere le impressioni della poetessa che ha fatto apprezzare le opere di Falcones. Avendo seguito con attenzione il suo lavoro, ho sentito il desiderio di congratularmi con lei: ascoltando la sua recita, vedendola danzare, traspariva l’inclinazione per l’arte a 360 gradi. Volevo anche appagare la mia curiosità sull’attrazione che dimostrava per la Spagna, cosa che la rendeva particolarmente adatta a ben presentare Ildefonso Falcones.
"Sono sempre stata affascinata dalla Spagna, da come loro intendono la vita - mi ha detto - La storia de “la catedral del mar”, racconta la sofferta vita del figlio di un contadino del XIV secolo, fuggiasco, riparatosi nel rione dei vasai alla Ribera di Barcellona. La vicenda, tormentata, è particolarmente toccante, per il suo inserimento nel contesto storico, al tempo della costruzione della Cattedrale di Santa María del Mar, cui partecipa svolgendo il lavoro di 'bastaix', semplice manovale addetto al trasporto del pietrame. Alla fine, divenuto ricco, avrà poi lui stesso l’opportunità di provvedere al finanziamento per l'ultimazione dell’opera, che durò oltre mezzo secolo. Nelle sue quattro parti vengono messe in evidenza le forme di servi dell’epoca: della gleba, della nobiltà, della passione, del destino".
"Mi ha affascinato anche il seguito di quella storia 'Gli eredi della Terra' - ha continuato la Povellato - È sempre lo stesso personaggio, che dopo le infinite sventure che hanno segnato la sua vita e la costruzione della grandiosa Cattedrale del Mare, diviene uno stimato notabile di Barcellona e…… accanto a lui, il piccolo Hugo…. La storia si snoda tra gli avvenimenti molto significativi di questa città alla fine del XIV secolo e l’inizio del seguente". "Ancora, vorrei dire qualcosa su 'La regina scalza' - prosegue - ambientata a Siviglia capitale del Flamenco, in particolare a Triana, il quartiere da cui si snodano e s’intrecciano le vicende dei protagonisti, tra il clangore metallico del martello che batte sull’incudine, la saga dei Gitani, le cui storiche famiglie esistono ancora oggi".
Apprezzata la sua espressività, ho inteso complimentarmi anche sui momenti di danza: le performances nel ballo Flamenco, felice espressione della cultura spagnola, quella più interiore, quella che trasmette gli stati d’animo dei gitani, di cui faceva bellamente apparire nella sua felice interpretazione. È stato incantevole assistere alla danza di sette ballerine nell’appassionante musica del Flamenco: ha coinvolto gli spettatori estasiati.
La signora Povellato è titolare di una scuola di ballo, indirizzata appunto all’apprendimento del Flamenco. "Prendendo spunto da quanto avete visto e ascoltato - mi dice ancora - con la mia compagnia “Suenos y son” sto programmando un nuovo spettacolo al ritmo del flamenco, inteso a connotare in modo significativo, l’aspetto vivo e reale di questa espressione di vita. Le origini di questa danza che si può ballare in tante differenti cadenze, i cento diversi stili di Flamenco, sono remote. Ognuno racconta, con un ritmo diverso, il 'compas': una storia di vita, un sentimento, sempre storie del popolo gitano, che affonda le sue origini nella lontana India".
Oltre a tutto questo, l’attraente personaggio Carla Povellato, segue il Circolo di antica tradizione, che si esprime in un giornale storico dialettale: “El Sil”, fondato nel 1971 dai poeti trevigiani Andrea Cason e Alberto Albanese, e oggi diretto da Bruna Brazzalotto. Mensilmente questo gruppo di amanti della poesia si incontra a Cà dei Carraresi, in quel bell’ambiente, la sala dei “Brittoni”, anch’essa poetica. Ecco la connessione con il suggestivo momento "Lovat". La lettura di brani di Falcones ha tenuto in religioso silenzio gli ascoltatori che hanno riempito la sala e assiepato l’area della scalinata, e del locale sovrastante.
È stato bello, si è fatto cultura in modo divertente. Sono stati fragorosi gli applausi, con anche qualche momento di commozione.
Paolo Pilla