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Lo spettacolo dell'artista trevigiana domenica alle 18,00
FRANCESCA MERLI E "L'AMORE ETEROSESSUALE" AL TEATRO DEL PANE
Ingresso per gli Under 25 a tre euro.
TREVISO. Tagliato il nastro della nuova stagione, si scaldano i motori del nuovo weekend del Teatro del Pane con una novità assoluta: la speciale promozione dedicata ai giovani Under 25 Soci ACSI del teatro e valida per tutta la stagione del palcoscenico di Villorba che inaugura proprio questo weekend, precisamente domenica, in occasione dell'attesissimo spettacolo Una Classica Storia d’Amore Eterosessuale.
“Sono tre euro tre per soddisfare la fame di teatro dei più giovani – commenta il direttore artistico Mirko Artuso – per provare che il teatro non è roba per vecchi, anzi. Aprire il Teatro del Pane significa anche questo: scommettere con l'audacia di chi spicca il volo non sapendo perfettamente però dove potrà atterrare, su una fascia di pubblico diversa perché distante troppo spesso dal teatro. Con un contributo di 3 Euro, competitivo perché davvero basso a fronte di una proposta culturale di altissimo livello qualitativo, il Teatro del Pane intende dare un segnale forte che possa fare fragore, contribuendo a educare un pubblico giovane intorpidito e a cui il teatro non può non tenere, trattandosi di quello del futuro, e quindi della sopravvivenza del teatro stesso!".
A novità si aggiunge novità: i soci del Teatro del Pane potranno godere prima e dopo gli spettacoli di aperitivi, cocktail e rum proposti dalla coppia Emilio e Debora, al bancone per rendere ancora più gradevole il tempo trascorso a teatro.
Sul fronte degli spettacolo domenica ritorna nella "sua" Treviso Francesca Merli, regista dello spettacolo che andrà in scena alle 18,00."Una Classica Storia d’Amore Eterosessuale", ideato assieme a Camilla Mattiuzzo con Davide Pachera, Massimo Scola, Laura Serena e la regia di Francesca Merli (produzione DOMESTICALCHIMIA col contributo di Cantiere Moline, Emilia Romagna Teatro e Armunia).
I personaggi di questa storia non hanno un nome. O meglio, ce l’hanno, ma non lo scopriremo mai. “Dov’è tuo padre?”, chiede la madre al figlio, “Dov’è tua madre?”, chiede il padre al figlio, “Dov’è la mamma?”, chiede il figlio al padre, “Hai mangiato?”, chiedono tutti quando non sanno cosa dire. Se attraverso il linguaggio si costruisce e penetra la realtà, quella di “Una classica storia d’amore eterosessuale” è una realtà fatta di funzioni, dove i nomi propri scompaiono insieme alla capacità di darsi un’identità precisa. Ci si definisce attraverso un ruolo, o meglio, attraverso un’interpretazione di esso, mediata da tradizionali luoghi comuni: una madre non può bere una birra, un padre non può mettersi a piangere e un figlio non può non somigliare a nessuno dei due genitori. Ma che succede quando l’abito che ogni giorno ci mettiamo addosso comincia ad andarci stretto?
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