Tra gastronomia e solidarierà , l'associazione festeggia il ventennale
LA CONGREGA DEI RADICI E FASIOI APRE IL SUO NUOVO ANNO
Oltre 200 partecipanti per la serata inaugurale
Ha esordito così, alcune sere fa, il Gran Maestro Antonio Roccon della Congrega dei Radici e Fasioi, nell’apertura dell’anno accademico, all’insegna del tutto esaurito, tra le splendide cornici della Pedemontana e le strutture del ristorante da Gigetto a Miane. “Un’associazione – continua il Gran Maestro - che festeggia, all’inizio del prossimo anno, il ventennale della sua costituzione.”
Vent’anni spesi con impegno nel tramandare sapori, cultura e tradizioni nelle quali le nostre origini e le nostre sensibilità, si legano e si riconoscono sotto un’unica bandiera. Vent’anni donati anche agli altri con l’impegno nel sociale nel silenzio della discrezionalità, perché, mutuando una frase del grande Bartali: ” La medaglia più bella non si vede e non se ne parla perché va appuntata sul bordo della giacca dell’anima”.
Presenti per l’occasione, oltre a sua Altezza Serenissima, la principessa Isabella Collalto, ed il consigliere regionale Allberto Villanova, anche diversi rappresentanti delle comunità locali.
Una convivialità spesa all’insegna dell’amicizia, del calore e della simpatia, con tutti i commensali, aspettando che fosse servito il piatto più atteso della serata: i radici e fasioi, una portata semplice, dai profumi nobili, in grado ancor oggi di evocare sapori e ricordi antichi. Più che una portata, un quadro stupendo, pennellato con dell’ottimo vino d’autore: il vino Raboso. Un vino rosso rubino come il sangue versato nel fiume Piave con la Grande Guerra, della quale quest’anno, ne ricorre il centenario e rievocata nella serata con il racconto “Fratelli D’italia“ dell’autore congregato Claudio Coghetto, che anche quest’anno si è confermato nel Premio d’autore dei “Racconti a Tavola”. edizioni Historica.
Due uomini, due soldati, Cosimo e Bepi che nel vissuto assurdo della guerra, vivono e condividono le difficoltà e le atrocità della vita, scoprendosi improvvisamente fratelli in un identità e in una nazione che sta nascendo e crescendo. Cosimo e Bepi che pur vivendo agli antipodi di una nazione (Erice e Susegana), si ritrovano uniti nel nome di una grande amicizia, grande quanto la voglia di aiutarsi a vivere e di salvaguardarsi le spalle. Grande quanto la volontà di condividere tutto, anche un piatto di radici e fasioi fatto in trincea e che nel giorno di Pasqua, unisce idealmente tutti i soldati d’Italia, nei loro diversi usi e consuetudini, in un unico modo di vivere che può, a volte salvare la vita.
Diego Berti