L'europarlamentare trevigiano David Borrelli era nella piazza dove l'attentatore ha sparato alla folla
SPARI, MORTI E FERITI. UN TREVIGIANO NELL'INFERNO DI STRASBURGO
"Ho pensato alla mia bambina, vorrei essere ovunque tranne che qua"

Sono state le informazioni raccolte con il telefonino e i messaggi dei colleghi ad avvertire Borrelli di quello che era accaduto. L'Europarlamentare è rimasto "prigioniero" per più di quattro ore, sempre al buio e lontano dalle finestre. Solo verso l'una di notte ha potuto tornare a casa, dopo essere stato perquisito: "La piazza e tutta la città era blindata, abbiamo dovuto fare la strada che ci hanno indicato i militari, nel frattempo avevamo capito quello che era accaduto. La sparatori e i morti erano a una quarantina di metri da noi".
Questa mattina Strasburgo si è svegliata in un'atmosfera surreale. Poche persone per strada, nessuna auto in giro e nessun turista. La caccia all'attentatore continua mentre sale il bilancio delle vittime che al momento è di tre morti e quattordici feriti, tra cui un giovane radiogiornalista italiano. Sono sette, secondo i dati forniti dalla prefettura, i ricoverati in gravi condizioni. Un bilancio destinato ad aggravarsi con il passare delle ore. "Solo il caso ha voluto che io non fossi a tu per tu con l'attentatore – afferma David Borrelli – E' stata una questione di pochi secondi e qualche metro. Sono eventi che ti fanno riflettere. Io ho pensato per tutto il tempo alla mia famiglia, alla mia bambina..ed in questo momento vorrei essere ovunque tranne che qua a Strasburgo".
Danilo Guerretta
