Si riducono commesse, fatturato e numero di imprese
ARTIGIANI DELUSI: "2018, ANNO DIFFICILE"
Secondo la CNA non si vedono gli effetti del decreto dignitÃ
TREVISO. “Sembrava potesse essere l’anno della ripresa, ma le nostre speranze sono rimaste deluse. Si riducono commesse, fatturato, occupati, numero di imprese, ma soprattutto si ridimensiona la fiducia per il futuro, in questo 2018. Noi imprenditori siamo ottimisti di natura, ma le troppe incognite pesano sull’andamento atteso per il 2019. Dovremo fare leva sulle certezze che abbiamo”. Questo il commento di Alessandro Conte, Presidente di CNA Veneto, nel tracciare un bilancio dell’anno che sta per concludersi, visto dal versante dell’artigianato veneto.
Per fortuna, ammette lo stesso Conte, le aspettative delle imprese venete sono molto alte in relazione soprattutto alla recente approvazione della nuova legge sull'artigianato da parte della Regione. Con i suoi venti milioni in dotazione, può e deve essere uno strumento che accompagnerà le imprese verso lo sviluppo. CNA Veneto sta monitorando l’attuazione della norma, affinché possa essere indirizzata allo sviluppo delle imprese e al rilancio dell'artigianato.
Ulteriori risorse da gestire nel territorio veneto CNA le attende dalla partita dell'Autonomia differenziata verso la quale le aspettative sono al massimo, anche se i tempi si stanno allungando e questo è un fattore di incertezza.
Altra inquietudine è generata tra gli imprenditori, a giudizio di CNA, dai ritardi relativi all'approvazione della manovra di bilancio nazionale e dai segnali che emergono dal mercato finanziario internazionale che condiziona ordini e investimenti.
“Anche se alcune misure come flat tax partite iva, deducibilità IMU sui capannoni e riduzione imposte sono presenti, la rimodulazione e l'incertezza hanno limitato le operazioni strutturali con azioni molto timide verso il mondo della piccola impresa. Auspichiamo che i correttivi vadano a rafforzare il lavoro di chi traina l'economia del paese e vuole continuare a farlo”, commenta Conte.
Lo sguardo sull’anno che sta finendo altalena tra aspetti negativi e positivi. Il numero delle imprese artigiane in Veneto 127.165 è in ulteriore flessione. Nel 2008 erano 145.525, un vero salasso.
Nel 2018 risultati confortanti si sono avuti dal manifatturiero soprattutto il comparto alimentare + 2,1%, meccanica e macchinari +4,7% , legno +2,5% e moda 1,2%*. L'edilizia, invece, registra una situazione stazionaria +0,3% in particolare nel comparto artigiano, ma calano soprattutto le piccole imprese in termini occupazionali, va bene invece la media impresa. Sono molto positive le previsioni per i prossimi mesi, contraddette dalle aspettative degli imprenditori, che si mostrano titubanti sull'andamento del settore nei prossimi mesi. E’ negativo il trend del mercato residenziale di nuova costruzione, più positivo quello nuovo non residenziale. Regge bene, soprattutto per le imprese artigiane, il mercato delle ristrutturazioni edilizie ed è positivo il tentativo di rilancio delle opere pubbliche grazie anche a leggi nazionali e regionali di contenimento del consumo di suolo*.
La debolezza dell’economia italiana, emersa progressivamente nel corso del 2018 e culminata nella riduzione del PIL nel terzo trimestre dell’anno, si riflette parzialmente nell’andamento dell’occupazione delle micro e piccole imprese che nei primi undici mesi del 2018 ha continuato ad aumentare ma a ritmi inferiori rispetto a quelli del 2017. Il rallentamento della crescita della base occupazionale, evidente nel mese di novembre, sia in termini congiunturali che tendenziali, è stato determinato soprattutto dalla diminuzione significativa delle assunzioni (-5,5% su base tendenziale) che, in questa fase, potrebbe segnalare una prima inversione nell’andamento della domanda di lavoro delle micro e piccole imprese, in risposta alle mutate condizioni del quadro economico di riferimento. Anche nel mese di novembre è proseguita la ricomposizione della base occupazionale, caratterizzata dall’aumento della quota di occupati con contratto a tempo determinato.
Le assunzioni crescono di poco e per la maggioranza contratti a tempo determinato 60% passando negli ultimi 4 anni dal 7% al 25 % dei contratti.
Ancora non si vedono gli effetti del decreto dignità che produrrà modifiche nel primo trimestre del 2019 in relazione alla proroga dei contratti in essere fino a fine ottobre.