Analisi della Cgil su assunzioni e cessazioni negli ultimi 10 anni
OCCUPAZIONE A DUE VELOCITÀ NELLA MARCA: CRESCONO I GRANDI CENTRI
Più posti di lavoro per le donne rispetto agli uomini
Lo studio elaborato dalla Cgil di Treviso, però, mostra anche una geografia del lavoro in cambiamento. Aree come quelle del capoluogo o dell’Opitergino mostrano saldi nettamente positivi, con oltre 5.200 e 3.300 posti di lavoro in più rispetto a dieci fa. Altre, invece, sono in calo: a Pieve di Soligo, in particolare, la riduzione generalizzata nell’industria non è stata compensata, come altrove, da agricoltura e servizi, con una perdita finale complessiva di quasi 1.500 posizioni. In stallo il Vittoriese, dove in un decennio, sono stati creati soli 95 posti in più.
E’ l’effetto, per Giacomo Vendrame, segretario generale della Cgil, dello spostamento di molte imprese dall’Alta Marca più vicino ai centri maggiori della provincia e ai principali assi di comunicazione.
Differenti velocità anche tra uomini e donne. Il saldo entrati – usciti nel mercato del lavoro è declinato al femminile: 8.080 contro 5.285 unità in campo maschile. Una crescita trainata però in gran parte dall’occupazione nei servizi, dove più alto è il tasso di precarietà, avverte Sara Pasqualin, della segreteria confederale.
Quella della qualità dei rapporti di lavoro è un nodo ancora irrisolto per tutta l’occupazione trevigiana, secondo la Cgil. Ma il sindacato lancia pure un altro allarme: "C'è il rischio di un'esplosione di partite Iva fasulle - rimarca Vendrame -. Il combinato disposto della riduzione della flessibilità per il ricorso ai tempi determinati e dell'allargamento del regime forfettario, farà sì che in alcuni settori, come l'edilizia o la logistica, il datore di lavoro si trasformi in committente e chieda ai dipendenti, se vogliono continuare a lavorare, di diventare lavoratori autonomi, con tutte le conseguenti ricadute".