L'osservatorio della CNA ha analizzato 20 mila imprese
PMI: FRENANO LE ASSUNZIONI
Rosolen: "Pesa il calo del Pil dopo 14 mesi di crescita"

A novembre, l’aumento di occupati in questa categoria di imprese è stato dello 0,3% rispetto a ottobre e del 2,9% su base annua. Dati positivi, dunque, anche se inferiori alla crescita registrata a novembre 2017 quando si registrava un +0,4% sul mese precedente e un +3,4% rispetto a novembre 2016.
Stessa tendenza anche nel confronto per variazione cumulata: +3,2% nei primi undici mesi del 2018, +3,3% nello stesso arco di tempo del 2017.
«È una crescita della posizioni che però avviene a una velocità più modesta rispetto al recente passato - spiega Giuliano Rosolen, direttore provinciale della CNA di Treviso -. A pesare sull’andamento occupazionale nelle imprese artigiane, micro e piccole, è stato molto probabilmente il calo del prodotto interno lordo nel terzo trimestre del 2018 (-0,1%) dopo quattordici trimestri consecutivi di crescita ininterrotta».
Le assunzioni, infatti, a novembre sono calate del 5,5% rispetto allo stesso mese del 2017: per trovare un decremento superiore registrato dall’Osservatorio CNA bisogna tornare indietro a dicembre 2017 (-6%). Anche le cessazioni hanno segnato un -5,5% su base annua, una diminuzione record, senza eguali nell’intero 2017.
Il calo delle assunzioni, però, non ha riguardato in maniera omogenea tutte le tipologie contrattuali. Le assunzioni a tempo indeterminato hanno rimarcato il più alto incremento mensile a partire dal 2015: +29,7%. In crescita è risultato anche il lavoro intermittente, mentre scendono in picchiata le assunzioni di apprendisti (-18,9%) e a tempo determinato (-13,7%).
Andamento altalenante anche per le cessazioni. A fronte dei cali nelle tipologie di contratto più impiegate (-21,4% per il tempo indeterminato, -0,5% per il tempo determinato), l’apprendistato (+30,8%) e il lavoro intermittente (+26,9%) sono risultati in evidente crescita.
Disaggregando i dati relativi all’occupazione per tipologia di orario, l’Osservatorio CNA registra una predominanza dell’inquadramento a tempo pieno (67,9% degli occupati) sul part time (18,8%) e sulle altre forme contrattuali (10,2% l’apprendistato e 3,2% il lavoro intermittente). Con scostamenti non particolarmente rilevanti rispetto al dicembre 2014, vale a dire alla vigilia dell’entrata in vigore delle riforme del mercato del lavoro italiano. All’epoca i contratti a tempo pieno riguardavano il 73,9% del totale, il part time era al 18% e le altre tipologie contrattuali all’8,1%.
Il rallentamento della crescita delle posizioni nel 2018, non oscura il recupero di occupati dopo la caduta registrata con la lunga crisi economica: per la provincia di Treviso il saldo dei primi 9 mesi del 2018 è positivo per 6 mila unità rispetto a giugno 2008. È però una crescita che avviene appunto con una velocità più modesta rispetto al recente passato: se il trimestre luglio-agosto-settembre del 2018 aveva segnato un saldo positivo di poco più di 2 mila unità, l’analogo periodo del 2017 aveva segnato un +3 mila 600 posizioni.
Entrando del dettaglio dei diversi settori. Il manifatturiero recupera posizioni lavorative ma il saldo positivo rispetto al 2008 è tutto merito ancora del terziario. Si registra inoltre un lento recupero occupazionale, dopo la lunga fase di declino, sia per il settore delle costruzioni sia per quello del legno-mobilio. L’industria alimentare dalla fine del 2014 ha continuato ad incrementare la propria base occupazionale segnando a settembre 2018 +1700 posizioni lavorative e il settore metalmeccanico ha quasi completato la fase di recupero dei livelli occupazionali del periodo pre-crisi.