PONTE DI PIAVE - Stefanel è pronta a chiedere la cassa integrazione per la quasi totalità dei suoi dipendenti: 244 su 253 in forza in Italia.Di questi, circa 80 lavorano nel quartier generale di Ponte di Piave, il resto è costituito dagli addetti dei negozi diretti sparsi in molte regioni.
La cassa integrazione straordinaria durerà 12 mesi e per ottenerla l'azienda dichiererà lo stato di crisi aziendale, con conseguenti esuberi: non significa che tutti i 244 lavoratori rischiano il licenziamento. Come di prassi in simili casi, la platea ampia serve a consentire di poter attuare una cassa a rotazione, coprendo solo una parte dell'orario lavorativo, ma per più persone. Alla fine, comunque, qualcuno rimarrà a casa. Il numero preciso, spiega una nota dell'azienda, "dipenderà dal piano oggi allo studio da parte del consiglio d’amministrazione della società”. Il gruppo trevigiano, infatti, gravato da oltre 295 milioni di debito, ha presentato domanda di concordato preventivo in bianco.
Nell'incontro tra l'azienda e i sindacati di oggi pomeriggio, i manager hanno indicato anche la possibilità di mantenere le funzioni di logistica, coordinamento prodotto e stile, import- export, contatti con i fornitori, (che in gergo vengono definite "operation") in un "differente sito aziendale, ubicato il provincia di Treviso". Ipotesi che ha alimentato nuovamente i timori di chiusura dello stabilimento di Ponte di Piave, pur smentita nei giorni scorsi dall'impresa. Dopo che le lavorazioni produttive sono già da tempo affidate all'esterno, lo storico quartier generale, peraltro, rischia di essere svuotato, dal momento che anche altre attività verrebbero spostate alla sede di Milano o esternalizzate.
Nei prossimi giorni verrà avviato il tavolo per definire nei dettagli l'articolazione dell'ammortizzatore sociale.